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Trattative in corso

Dazi Usa: la lista di Tajani dei 30 prodotti italiani da salvare. Dentro c’è anche il vino

Per il ministro degli Esteri un modo per tentare di proteggere il Made in Italy c’è. Ma prima bisogna evitare i contro dazi su whisky e moto statunitensi

  • 05 Aprile, 2025

Diplomazia al lavoro per attenuare l’effetto dei dazi Usa sul Made in Italy. Una possibilità forse c’è (almeno secondo il Governo italiano) ed è quella di chiedere la protezione di alcuni prodotti dalle tariffe aggiuntive del 20%. La conferma viene dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Ho consegnato al commissario Sefcovic una lunga lista di prodotti italiani sui quali bisogna intervenire affinché possano essere tutelati», ha detto a margine della Ministeriale Nato. Dentro ci sarebbero anche vino e parmigiano, accanto a prodotti del settore della gioielleria, del beauty, dei motocicli.

Non rispondere con dei contro-dazi

Affinché questo piano vada in porto, però, bisognerà individuare brand Usa celebri all’interno degli stessi settori, come scrive Repubblica, con lo scopo di evitare contro-dazi ai loro danni. Tra questi rientra, per esempio, il whisky americano su cui gli eventuali dazi europei dovrebbero scattare a metà aprile (in origine era il primo aprile il giorno X). La Commissione Ue aveva già sposato di due settimane la decisione in attesa di capire l’evolversi della situazione. Adesso, quindi, dovrà decidere se provare a seguire la via diplomatica e porgere la mano ad un Trump ostile ma (che ha aperto alle trattative) o rispondere con la stessa moneta. In questo secondo caso, però, il rischio è di far perdere competitività ai prodotti del Vecchio Continente. E per alcuni, come ad esempio il vino, significherebbe anche uscire dal mercato.

Le trattative in Europa

C’è, poi ovviamente un altro grande ostacolo: la convergenza dei 27 Paesi europei sui prodotti da salvaguardare. Se per l’Italia il vino è di primaria importanza, non lo sarà per i Paesi del Nord Europa. Non dimentichiamo che proprio in Europa è in corso una sorta di crociata contro il vino e i suoi effetti sulla salute. Anche su questo punto, quindi, decisiva sarà la capacità diplomatica di trattare a e con Bruxelles, ancor prima che con la Casa Bianca.

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