Il rapimento dello chef abruzzese è avvenuto venerdì alle 16.32 (23.32 ora italiana). Come ha riportato il quotidiano locale “El Universo”, due uomini a volto scoperto, armati di pistole e mitragliatrici e in divisa da forze dell’ordine fanno irruzione a Il Sabore mio – By Benny, il locale di Panfilo Colonico in Ecuador, mentre un terzo resta all’esterno col casco. Dopo pochi secondi i due prelevano il cuoco, che viene portato via senza opporre resistenza. Da allora non se ne hanno più tracce. Il tutto viene ripreso dalle telecamere di sicurezza. A dare l’allarme sono i dipendenti, che si attivano subito con i suoi conoscenti affinché si mettano in contatto con i familiari (una sorella e l’ex moglie) che vivono nella località peligna.
Lo chef, abruzzese di origini, ha iniziato con un’impresa di costruzioni in Canada, dove è nato. Dopo una parentesi sulmonese alla guida del ristorante “La Magnolia”, decide durante il lockdown di aprire un ristorante italiano a Guayaquil, capitale commerciale dell’Ecuador, nel quartiere La Garzota, vicino all’aeroporto. Si chiama Il Sabore mio – By Benny e in zona è un posto piuttosto apprezzato.
La notizia del sequestro ha suscitato cordoglio e apprensione in patria, come dimostrano i numerosi messaggi di solidarietà alla famiglia pubblicati sulle pagine social dei siti d’informazione locali e il tamtam di notizie rimbalzato dal Sudamerica all’Italia. “La situazione nel Paese sudamericano è molto delicata” ha dichiarato il governatore abruzzese Marco Marsilio. La Farnesina, che si è attivata immediatamente, solo la primavera scorsa sul portale Viaggiare Sicuri www.viaggiaresicuri.it allertava i turisti circa lo stato di sicurezza dell’Ecuador, rendendo noto lo “stato di eccezione” di alcune province, inclusa quella del Guayas cui appartiene il cantone di Guayaquil, “alla luce della grave situazione della sicurezza, che registra tuttora frequenti episodi di criminalità diffusa (omicidi, violenze, furti e rapine)”, e raccomandando “la massima prudenza, evitando spostamenti nelle zone in questione non strettamente necessari e, in ogni caso, nelle ore notturne, attenendosi scrupolosamente alle disposizioni delle Autorità ecuadoriane.”
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