Il Senato ha approvato in via definitiva (195 sì, nessun contrario e 4 astenuti) il disegno di legge sul biologico a meno di un mese dalle modifiche apportate dalla Camera al testo (9 febbraio), con cui era stata soppressa l’equiparazione di bio e biodinamico, che tante polemiche aveva suscitato. Procedura rapida rispettata per l’ok finale, dunque, ma va ricordato che ci sono voluti oltre dieci anni in Parlamento perché l’Italia, leader in Europa, avesse una legge di settore, che attende di essere pubblicata in Gazzetta ufficiale.
Sono oltre 80mila le imprese certificate bio nel nostro Paese, con 2 milioni di ettari coltivati (raddoppiati dal 2010). Nel 2021, gli acquisti di bio in Italia hanno sfiorato quota 7,5 miliardi di euro. Il Ddl ‘Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico’ prevede alcune novità, tra cui l’introduzione del marchio bio italiano e la definizione dei biodistretti. Ora la sfida è “aumentare le produzioni sostenibili dal 16% al 25%”, ha dichiarato Pasquale Maglione, esponente M5S in commissione Agricoltura alla Camera e relatore del provvedimento. “L’Italia potrà svolgere un ruolo decisivo nel raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Green deal e della Farm to fork” ha rimarcato Francesco Battistoni, sottosegretario Mipaaf “contribuendo in maniera significativa a implementare la nostra produzione interna e, conseguentemente, le esportazioni”.
Il testo della legge, ha ricordato Coldiretti, prevede anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire piena informazione su provenienza, qualità e tracciabilità dei prodotti, con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. Soddisfatta Alleanza Cooperative, che ha sempre sostenuto la necessità di approvare un testo al quale ha contribuito fattivamente, individuando in filiere e distretti i due binari principali di sviluppo. “Al settore è finalmente riconosciuta l’importanza che merita” è stato il commento di Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro, secondo cui il 2022 potrebbe essere l’anno del bio.
a cura di Gianluca Atzeni
Questo articolo è stato pubblicata sul Settimanale Tre Bicchieri del 3 marzo 2022
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