Il luogo dell’aperitivo per eccellenza resta il bar, scelto da ben quattro italiani su cinque, mentre tra i drink preferiti spiccano quelli realizzati con vermut, liquori e amari, scelti dal 47% delle persone. Un terzo degli italiani invece predilige i cocktail, ma si difendono bene anche i vini, soprattutto le bollicine, ampiamente scelti per accompagnare il pre-cena con il 24% delle preferenze. Cosa spinge verso una o l’altra scelta? In parte il prezzo, ma anche le raccomandazioni dei bartender e degli amici fanno la loro parte, mentre risulta molto meno d’impatto la raccomandazione all’interno dei menu. L’identikit del consumatore tipo corrisponde a quello di chi vive nelle aree urbane e ha un reddito relativamente più alto della media. Per lo più si tratta di donne nella fascia di età che va dai 35 ai 54 anni.
Le origini dell’aperitivo
D’altronde l'aperitivo è fortemente radicato nella cultura italiana. Andando alle origini del fenomeno, si arriva fino in Grecia attorno al V secolo a.C., quando Ippocrate inventò un vino aromatizzato con assenzio ed erbe; praticamente una bevanda amara da utilizzare in casi di inappetenza. Tuttavia, l'abitudine di bere prima dei pasti così come oggi la conosciamo inizia a diffondersi solo nella seconda metà del Settecento. E dove se non nella città del Vermouth? Proprio a Torino, Antonio Benedetto Carpano rese celebre il vino aromatizzato, riportando alla ribalta quella ricetta rivisitata dell’assenzio già usata dagli antichi greci. Il nome Vermut, infatti, viene proprio dal tedesco wermut, ovvero assenzio.
L'articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri dell'11 maggio 2023
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