Dopo il taglio di 25 milioni di euro, arriva il fondo da 10 milioni. Per contrastare anoressia, bulimia e tutte le malattie legate ai disturbi alimentari il ministro della Salute Schillaci mette una toppa ai tagli della legge di Bilancio. Una buona notizia? Non proprio. «Penso che sia la cosa più vergognosa che è accaduta negli ultimi anni», commenta Fiorenza Sarzanini, giornalista, vicedirettrice del Corriere della Sera. La sua è una testimonianza potente, perché in prima persona ha sofferto di disturbi alimentari quando era ragazza e ha deciso di occuparsi personalmente di queste malattie. Racconta della sua esperienza in Affamati d’amore, libro edito da Solferino editore, pubblicato nel 2022, e su Specchio podcast di sei puntate dedicato ai disturbi alimentari prodotto da Chora Media.
«Questa è un’emergenza seria, che noi dobbiamo affrontare - prosegue Sarzanini - perché a differenza di altre malattie e parlo non a caso di malattie, in Italia non abbiamo una rete come accade per i malati oncologici per esempio o come accade per altre malattie altrettanto serie e gravi che giustamente vanno affrontate, questa è una malattia per cui non ci sono neanche gli stanziamenti dedicati, cioè è inserita genericamente tra i Lea - Livelli essenziali di assistenza, ma non ha nessun tipo di finanziamento».
Cosa ne pensa del “Fondo straordinario” trovato in extremis del ministro Schillaci?
Il problema vero è che 10 milioni non risolvono niente. Anzi sono una mancetta imbarazzante e inutile che forse sana la coscienza del ministro Schillaci, ma sicuramente non serve ai malati e alle loro famiglie. Il fatto che si continui a dire che i fondi ci sono e che tutto è a posto, conferma, secondo me, che non si sia capita la gravità del problema e soprattutto che non ci sono intenzioni serie rispetto all’affrontare un’emergenza che continua essere sempre più grave.
Cosa si dovrebbe fare?
Per lo Stato prevenire e curare queste malattie dovrebbe essere la priorità perché a pagarne le spese sono le generazioni di domani. Perché è vero che a soffrire sono anche molti adulti però il problema sono ragazzi, bambini, i giovani, tra cui il tasso di malati è altissimo e nessuno se ne occupa, nessuno pensa che sia una cosa importante non da tamponare ma proprio da affrontare. Dovrebbe essere una priorità crescere gli adulti di domani in modo sano e invece il messaggio è chiaro: non ci importa di voi, non siete una priorità, non possiamo occuparci di voi.
I 10 milioni non sono bastati per placare le proteste in piazza.
È una mancanza di attenzione, il fatto solo di chiamarlo disturbo lo svilisce, questa è una malattia, una malattia grave, ci sono ragazzi che muoiono che tentano il suicidio che si auto infliggono sofferenze, punizioni, quindi è una sottovalutazione colpevole, perché non è possibile che il governo non se ne occupi.
I numeri sono più che raddoppiati dal 2019, e sono in aumento con esordio precoce tra i 12 e i 17 anni
Certo perché la pandemia ha chiaramente fatto precipitare la situazione per svariati punti, primo perché la sanità era tutta concentrata sulla pandemia e quindi c’era meno attenzione per le altre malattie, sono aumentati anche i tumori, c’era meno prevenzione ma il problema vero è che molti ragazzi si sono ammalati in pandemia perché hanno scoperto le crisi tra i loro genitori, hanno scoperto che non andare a scuola non è una cosa bella, hanno perso la socialità, molti ragazzi dopo la pandemia a scuola non ci sono più tornati e quindi li c’è stato proprio l'acuirsi del problema. Purtroppo, io lo dico sempre, in pandemia le famiglie si sono scoperte, tutto quello che accadeva e veniva in qualche modo sopito, nascosto nella vita di tutti i giorni, in pandemia è esploso.
Quali sono le prime avvisaglie a cui fare attenzione?
Sicuramente il cibo, l’approccio che si ha al cibo, il fatto che per esempio spesso chi comincia da ammalarsi, i ragazzi specialmente, non mangia più a tavola, mangiano in camera. Poi tutto quello in cui si nota un approccio ossessivo, verso la palestra o l’attività fisica in assoluto; per esempio spesso non pensiamo ad altre forme di malattia legate al disturbo alimentare, come la vigoressia di cui di stanno ammalando molto più gli uomini, hanno dei corpi perfetti, prendono solo proteine, sono ossessionati dall'attività fisica e noi genitori pensiamo mio figlio com’è bravo si dedica tantissimo allo sport e invece anche quella è un’ossessione. Ci sono tantissimi genitori che si vergognano a dire che il proprio figlio ha questo tipo di malattie perché per dirlo devi anche ammettere che tuo figlio ha qualcosa che non va nella testa e questo spaventa ancora, purtroppo ci sono delle cose che resistono.
Un altro sintomo da tenere in considerazione può essere l'aumentare della difficoltà a relazionarsi con gli altri, quando si entra nella malattia si sta molto più a casa, si esce di meno, perché ogni occasione di incontro si trasforma in un’occasione che ti mette davanti alla malattia e quindi ti costringe a inventare storie per giustificare che non puoi mangiare, mal di pancia o disturbi correlati.
Guarire è possibile?
Io penso sempre che da questa malattia si può guarire bene soprattutto se viene presa in tempo, quindi non avere paura di chiedere aiuto a uno specialista, ma anche di parlare con i ragazzi, lo so che non è facile perché è successo anche a me, io sono stata male e quando mia madre cercava di parlare con me negavo, mentre stavo vomitando dicevo che stavo facendo un’altra cosa, quindi lo so. Non bisogna avere paura anche difronte a una reazione negativa e rabbiosa e rivolgersi agli specialisti, poi certo, se i ragazzi sono maggiorenni bisogna trovare una strada per incunearsi nella malattia. È una malattia difficile perché da una parte rifiuti l’aiuto dall’altra lo cerchi perché con il tuo corpo tu dici “guardate che io sto male”, quindi bisogna farsi aiutare per trovare il giusto approccio.
Come funzionano i centri specializzati?
Uno dei problemi è che i luoghi pubblici dedicati alla cura di queste malattie in Italia sono pochi. Palazzo Francisci a Todi, è un centro di eccellenza, è pubblico e soprattutto è un centro specializzato da anni sulle malattie legate ai disturbi alimentari e, basta vedere la percentuale altissima di persone guarite, per capire che lavorano con il giusto approccio. Quello di Palazzo Francisci è un modello replicato in altre regioni d’Italia sempre dalla dottoressa Laura Dalla Ragione, il problema è che i posti sono comunque pochi. Quindi noi a fronte di più di 3 milioni di malati, in Italia abbiamo 1100 posti di cura e andare in ospedale non è la stessa cosa che andare in un centro dedicato, perché questo tipo di malattia ha bisogno di un approccio multidisciplinare, per le cure c’è bisogno almeno dell'intervento di uno psichiatra, di uno psicologo e del nutrizionista.