La mania Made in USA del ghiaccio
Nessuno ama il ghiaccio più degli americani. È una battuta ricorrente, una loro stranezza nazionale. Le bevande piene di cubetti sono americane come il rock 'n' roll, i pickup e il cappuccino da asporto. La lunga storia d'amore degli americani per le bevande freddissime ha generato una nuova ossessione per il ghiaccio specialty. Grazie a stampi e apparecchiature speciali, oggi sembra non esserci limite a ciò che può essere sospeso nel ghiaccio nelle sue mille forme.
Una popolazione come quella statunitense, così ossessionata dalla disponibilità del ghiaccio (o la sua mancanza all'estero) specie in Italia dove il ghiaccio è utilizzato con parsimonia nel quotidiano, inevitabilmente si stupisce prima e si indispettisce poi. Allo stesso modo, per chi invece di cocktail alla moda non se ne intende, l'eccesso e la stravaganza del ghiaccio spiazza. Come è successo alla influencer ex-gieffina Giulia Salemi che nel suo video ormai virale su TikTok chiede al cameriere di portare via il suo cocktail e farne un altro "con più drink e meno ghiaccio". Come la Salemi, infatti, non tutti sono esperti mixologist o bartender navigati. E forse non sanno che un cocktail con tanto ghiaccio non è annacquato, è anzi esattamente il contrario: un'abbondante quantità di ghiaccio crea "l'effetto iceberg" necessario per tenere il cocktail fresco più a lungo e rallentare la diluizione dei liquidi.
La differenza tra ghiaccio a cubetti e ghiaccio in grandi formati
I grandi formati di tendenza, sferici o poliedrici, chiamati "chunk" hanno diversi vantaggi. Prima di tutto mantengono la temperatura del drink costante, perché si sciolgono più lentamente, e hanno una superficie di contatto minima in confronto ai tanti spigoli di tanti piccoli cubetti. Oltre a questo, i chunk rendono il cocktail esteticamente più attraenti, e si possono personalizzare con iniziali, loghi e disegni. Dal punto di vista organolettico, poi, non cambia nulla: che si usi un chunk o dei cubetti, sia la ricetta che le dosi del drink restano le stesse. La produzione del ghiaccio si sta quindi evolvendo, ma anche gli utenti finali. Di grande popolarità sono maxi e micro formati. Complici le piattaforme social.
#icetok e gli influencer del ghiaccio
Molti ice lovers, piuttosto che acquistare dozzine di stampi o imparare tecniche che richiedono molto tempo come l'ice carving di origine giapponese, stanno semplicemente investendo in elettrodomestici più sofisticati (abbiamo già parlato della Hoshizaki, la macchina feticcio di tutti i mixologist). Così facendo, influenzano migliaia di persone a fare lo stesso. Nel 2019, il gigante coreano LG ha lanciato un frigorifero dotato di un congelatore che eroga ciò che l'azienda chiama Craft Ice, ovvero ghiaccio a cubetti, ghiaccio tritato e palline di ghiaccio sferiche trasparenti. Ma le lodi più alte sono riservate al "nugget ice", ovvero delle piccole pepite di ghiaccio croccante. Si tratta di sottili frammenti di ghiaccio compressi in sassolini pieni di sacche d'aria. Inizialmente reso popolare dalla catena americana di hamburger Sonic Drive-In, questo formato di ghiaccio ha acquisito un tale seguito di culto che la società General Electric oggi vende un dispositivo da banco per la produzione di ghiaccio a pepite per uso domestico (a suon di 599 dollari) e Starbucks ha recentemente annunciato che nei prossimi anni passerà al ghiaccio in pepite nelle sue bevande.
Come in molti settori della cultura, TikTok è in prima linea nella diffusione di mode e tendenze. Nell'ultimo anno, #icetok, un hashtag con quasi 950 milioni di visualizzazioni, è diventato un fenomeno social. I video postati sotto il tag includono tutorial per produrre in casa il "ghiaccio in polvere" e il versamento di qualsiasi tipo di liquido nelle ormai indispensabili macchine per fare ghiaccio. Ma il più popolare tra i contenuti TikTok è il sottogenere dei video a tema freezer restock, ovvero il riassortimento dei cassetti del ghiaccio, che sono a loro volta un'emanazione della mania stranamente rilassante del #cleantok: gente che pulisce casa, un fenomeno che ha travolto i social durante la pandemia.
I video di riassortimento, che mostrano gli utenti mentre travasano spezie in barattoli e riempiono contenitori trasparenti con prodotti per la dispensa con suoni che esaltano i recessi ASMR del cervello, si rivolgono a un vasto pubblico che ambisce ad avere spazi organizzati ed esteticamente piacevoli, senza confezioni e packaging in vista. Il genere diventa molto specifico: restock del bagno degli ospiti, restock dei vari tipi di caffè e quello del cassetto degli snack. Il riassortimento del congelatore è esploso durante la pandemia. Ma i video virali perdurano sulle piattaforme social anche oggi. Un cassetto vuoto del congelatore si apre e un paio di mani dispone vaschette di plastica trasparente vuote. Poi dozzine di diversi tipi di ghiaccio scendono a cascata in ogni vaschetta. Prima il ghiaccio in sfere, poi piccoli rettangoli, poi grandi cubi e ghiaccio a forma di cuore. Poi il ghiaccio colorato: cubetti grandi come scatolette di tonno decorati con fette di arancia e lime; mattoncini rosa di ghiaccio a base di frutti di bosco per frullati; cilindri blue elettrico da infilare nelle bottigliette; ghiaccio cremoso color nocciola fatto con caffè congelato a forma di rose, zucche e bulldog. Uno dei primi video di Kami Mehta, pubblicato sul suo profilo TikTok @kami.larae, ha più di 2 milioni e mezzo di visualizzazioni.
Il ghiaccio decorato come elemento (effimero) di design
L'acqua viene congelata in sfere, esagoni a nido d'ape, cuori e farfalle. Una cosa banale come un cubo viene resa intrigante da una foglia di menta sospesa al centro o da una ciliegia intera con il gambo che spunta dal ghiaccio, come un fossile nel permafrost. Sul versante commerciale, aziende di design del ghiaccio come Disco Cubes di Los Angeles offrono sfere in edizione limitata che racchiudono calendule o lillà, ultravividi come se fossero in eterna fioritura. E poi ci sono i cubetti per Martini cocktail: salamoia congelata contenente all'interno olive denocciolate. Con l'avanzare della serata, man mano che il ghiaccio si scioglie, rilasciando salamoia, il Martini diventa un po' più dirty. In questo caso, il ghiaccio non è più co-protagonista. L'ingegno va poi oltre i fiori, fragole e cetrioli nei classici cubetti d'acqua, nell'universo social, si va dal succo di mango alla spremuta di agrumi, per dare più sapore a un semplice bicchiere di acqua, per arrivare alla la versione più estrema del caffè freddo: latte o panna versati lentamente su cubetti di caffè congelato.
Reality check
La maggior parte delle decine di migliaia di commenti sotto i folli video a tema ghiaccio rientrano in tre categorie: sconcerto ("A che ti serve tutto questo ghiaccio?"), piacere ("Mi rilascia assoluta serotonina") e invidia ("Io e te apparteniamo a differenti fasce fiscali"). L'insegnante di chimica di Blackburn divenuto famoso su TikTok, l'inglese Shabaz Ali, offre un ironico sguardo sulle ridicole dimostrazioni di ricchezza sui social. I suoi esilaranti post di reazione agli stili di vita sfarzosi degli influencer di lusso vengono commentati in split-screen nella sua serie "I'm rich, you're poor". Leggendarie sono le sue reazioni ai post delle influencer che ristoccano il freezer.
L'acqua (con ghiaccio) è un bene di lusso
Al di là della comicità involontaria di queste pratiche da primo mondo, lo sguardo ironico di Ali ci ricorda che più di un quarto della popolazione mondiale, circa due miliardi di persone, non ha accesso ad acqua potabile, per non parlare del dispendio energetico. Gli oceani si riscaldano e si innalzano; il ghiaccio, quello vero, che era qui molto prima di noi, si scioglie senza sosta. Ma nonostante il ridicolo perpetrato sui social, si continua a fare dell'acqua congelata un bene di lusso. Cavalcando l'ondata di caldo senza precedenti che ha colpito l'Europa quest'estate, lo studio di design parigino Golem ha realizzato una collana di ghiaccio con sette cubetti su una catenina d'argento che si sciolgono in mezz'ora. La collana avverte che l'acqua sta diventando un lusso viene fornita con una vaschetta in silicone personalizzata che consente di ricongelare la collana. Un'azienda californiana, Gläce Luxury Ice Co., vende cubetti di ghiaccio che costano 7 euro l'uno. Sono preparati con acqua purificata priva di impurità, additivi e altri inquinanti. La forma dei cubetti, cubica o sferica, è studiata in modo che la diluizione sia minima (impiegano tra 15 e 40 minuti per sciogliersi completamente).
Il ghiaccio made in Italy
Poi ci sono innovatori come Marco Rivella, titolare della Cubetto, prima azienda italiana della nuova era delle fabbriche del ghiaccio moderne. Inizialmente per il settore ittico, la società torinese è passata a quello Ho.Re.Ca. con la realizzazione di un laboratorio artigianale per ghiaccio a cubetti gourmet. Intercettando il crescente interesse per il ghiaccio nell'ambito mixology, ha registrato una linea chiamata slow ice. Non solo cubi, chunk, e mini blocchi che si sciolgono più lentamente, ma anche piatti di ghiaccio, sfere e forme personalizzate. La ditta produce e distribuisce ghiaccio con un occhio all'ambiente con il progetto di diventare la prima fabbrica di ghiaccio ad impatto zero al mondo, grazie all'energia ricavata dai pannelli solari e al ricircolo dell'acqua entro il 2026.