Dei 2.430 ristoranti premiati dalla nostra guida Ristoranti d’Italia 2025, 19 sono stati segnalati come i più sostenibili del Paese. Fra questi fa capolino il Wood Cervinia di Valtournenche fraz. Breuil-Cervinia in Valle d’Aosta. A guidarlo Amanda Eriksson uno dei talenti della cucina che l’Italia può vantare.
Chi è Amanda Eriksson
Lappone di nascita, la chef mette piede per la prima volta in Italia nel 2004 quando, all’età di 18 anni, lascia la fredda Svezia in cui preparava cocktail in una discoteca di paese, per rispondere alla chiamata di una sua amica che chiedeva il suo aiuto in sala nel ristorante Chalet Étoile sul Cervino, come racconta in un’intervista rilasciata un anno fa al Manifesto. Figlia di una parrucchiera e di un postino, s’innamora della cucina grazie al padre, appassionato dei fornelli.
Del suo arrivo in Italia, nell’intervista racconta: «Il primo anno non fu granché, ma durante l’estate andai con la mia amica a Phi Beach, in Costa Smeralda, dove facevo la barman per i vp e davo sfogo alla mia creatività». Ed è proprio nei primi periodi della sua permanenza in Italia che conosce il suo attuale marito, il sommelier Cristian Scalco con cui, nel 2013 apre il ristorante Wood ottenendo, dopo dieci anni esatti, nel 2023, la prima stella Michelin.
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Wood Cervinia, ristorante di Amanda Eriksson
Italia, Svezia, Asia. Sono queste le tre parti del mondo che convergono nella cucina di Amanda Eriksson. L’Italia per adozione, la Svezia per origine e l’Asia per passione. Della cucina italiana dice: «Adoro la cucina italiana e le sue materie prime, e credo con tutto il mio cuore che sia la cucina più completa al mondo». Da Wood oltre al menu alla carta, ci si può affidare alle mani e all’estro di Eriksson e scegliere fra uno dei tre menu degustazione: vegetariano, uno che si ispira alla cucina locale e l’altro più creativo per dare spazio alla sua fantasia. La cucina del Wood, inoltre, pone molta attenzione alla sostenibilità e utilizza tecniche di lavorazione e conservazione tipiche del Nord Europa. Fra i piatti di spicco del menu alla carta non manca la battuta di alce alla brace (con barbabietola, rafano e pan brioche al beurre noisettela); la renna affumicata (con patate hasselback, mirtillo rosso e cipolla).
Di questo piatto, racconta: «Sono cresciuta con questo piatto, lo chiamiamo Reindeer. Non puoi comprare la renna. Da piccola, mio padre teneva rapporti con i cacciatori, poi mi chiamava in garage e insieme la scuoiavamo. La prima volta avrò avuto dieci anni. Alcuni pezzi di carne venivano frollati, altri erano consumati freschi, anche in tartare. E una parte finiva in freezer, per essere scongelata nelle occasioni speciali». Oltre alla renna e all’alce, la fusione di cucina italiana, svedese e asiatica si può assaporare nei ravioli in brodo di pesce persico affumicato, ponzu, o ancora nel dolce riso cotto, olivello spinoso, cannella e lampone artico.