Fenomenologia di Alberto Magrì: ecco perché guardiamo i video del pasticciere dagli impasti giganti

9 Nov 2024, 11:41 | a cura di
Alberto Magrì ha solo 25 anni ed è uno dei pasticciere più famoso sui social. Ha 13 milioni di follower totali tra TikTok e Instagram

C’è chi l’ha paragonato al pasticciere francese Cédric Grolet che sui social posta creazioni golose partendo da impasti giganti – lo stesso fa anche lui –  e c’è chi ha visto una somiglianza fisica con Jeremy Allen White, noto attore protagonista dell’acclamata serie tv The Bear. Anche se nei suoi video non parla e non posta immagini della sua vita quotidiana, di Alberto Magrì (sui social @pastrychef_am) si sa tutto: che ha 25 anni, che è toscano (di Livorno, per la precisione), che viene da una famiglia di pasticceri – ha imparato dal padre Raffaele e il nonno Antonio – che è passato, nel giro di un anno e mezzo da scarsi due milioni di follower (su TikTok e Instagram insieme) a oltre 13milioni, che non ha mai cambiato il suo racconto per immagini sui social e che è stato scelto anche da Netflix per promuovere la serie tv Emily in Paris preparando un maritozzo con l’attrice protagonista, Lily Collins. Ma del motivo per cui, dopo quasi due anni, nonostante le evoluzioni dei social viaggino alla velocità della luce, ancora nessuno si sia annoiato a vedere i video di Alberto Magrì, questo non lo sa nessuno. Eppure, il motivo è nascosto tra le pieghe degli algoritmi social a cui abbiamo provato a dare una spiegazione.

Chi è il pasticciere social Alberto Magrì

Gli impasti giganti. Tutto quello che sorprende, che è fuori dalle righe, che è esagerato già dai primi secondi, ci cattura. Lo aveva detto anche il guru dei social Riccardo Pirrone, e Magrì con i suoi impasti giganti è un maestro. Iniziare un video con una grande massa lievitata, magari anche colorata, attira e fa restare l’utente incollato.

Sognare. È quello che spesso si fa sui social: si diventa follower di creator o profili che ci fanno sognare vacanze, posti inesplorati, creazioni improbabili che nessuno sarebbe in grado  di fare.

Immedesimazione. Di contro al sogno c’è l’immedesimazione: è difficile ma non impossibile. Se l’hanno fatto loro posso farlo anche io. Un dolce possiamo crearlo tutti seguendo delle istruzioni.

La bellezza visiva. Il bello tira e attira. Guardare qualcosa di bello, di perfetto, attrae l’attenzione. Le creazioni di Magrì sono perfette e belle da guardare, e non presentano sbavature.

Colori. Vedi sopra: ciò che è colorato e spesso legato al bello. I colori attirano, fermano l’occhio che scrolla alla velocità della luce e i video di Magrì, in questo, insegnano. Gli impasti e gli ingredienti di cui si serve sono colorati naturalmente: angurie, more, limoni, arance per creare impasti rossi, gialli, viola.

Un inizio, una fine. I video di Magrì presentano un processo con un inizio e una fine: se si parte da un impasto crudo, il desiderio è quello di vedere come andrà a finire, quale sarà il risultato finale? Come si trasformerà quell’impasto o quell’insieme di ingredienti?

Video muti. Magrì nei video non parla, esegue dei processi, degli step su una base musicale. Questo vuol dire che l’utente può seguire senza affanno il video, staccare la mente e non ingegnarsi per sentire un audio o leggere sei sottotitoli. Questo significa staccare la mente, che è quello che spesso gli utenti cercano sui social.

Lingua. Non parlare vuol dire non associarsi a nessuna lingua, nemmeno all’inglese che sarebbe universale. Vuol dire non leggere dei sottotitoli tradotti, non capire un concetto in un’altra lingua. Questo permette a Magrì di essere anche noto a livello mondiale: nessuna lingua è la lingua di tutti, anche dell’algoritmo dei social che, nella scelta del target a cui inviare quel video, non ha la discriminante territoriale.

Gesti reiterati. Il cuore creato sulla farina o sugli impasti liquidi, la rottura dell’impasto in testa al video, sono gesti reiterati che l’utente riconosce e vuole vedere, e l’attesa crea una sorta di dipendenza: “ecco, tra poco fa il cuore”, e quando l’ha fatto, arriva la soddisfazione personale.

Dolci. Non è un caso se la gola è tra i sette vizi capitali: quello che è goloso tira, ed è un peccato, anche se veniale. Visionare i reel di Magrì è come fare una trasgressione, il nostro guilty pleasure che si trasforma in colate di cioccolato, spazzolate di creme all’uovo, rovesciamenti di zuccheri, burri e uova in quantità esagerate a cui possiamo concederci, almeno con gli occhi.

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram