Più ombre che luci nel rapporto sull'agricoltura digitale italiana dell'Osservatorio smart agrifood. Nel 2023, se è vero che il mercato è cresciuto nel giro d'affari complessivo, segnando un nuovo record, è anche vero che la superficie coltivata con tecnologie digitali e le aziende che concretamente le applicano avanzano a rilento. È vero, infatti, che chi ha investito storicamente nell'agricoltura 4.0 continua a farlo ma nuove imprese faticano a fare il primo passo. Solo l’8% delle aziende agricole è digitalmente maturo, circa il 50% è ancora in cammino, mentre il 42% è costituito da aziende agricole ferme o in forte ritardo nel percorso di adozione delle soluzioni di agricoltura 4.0.
Business record da 2,5 miliardi di euro
Le cifre presentate dal Politecnico di Milano e dal laboratorio Rise dell'Università di Brescia dicono che il mercato vale 2,5 miliardi di euro nel 2023 (+19% sul 2022). Gli ambiti di investimento riguardano prevalentemente macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo dei mezzi (che pesano per circa la metà): entrambi sono diminuiti (-7% e -10%) anche per la progressiva riduzione degli incentivi statali del piano Transizione 4.0. Le aziende agricole si sono spostate sui software che permettono di connettere la parte hardware e di analizzare i dati. L’11% della spesa è occupata da software gestionali e da Farm management information systems, l’8% da piattaforme di integrazione dati, un altro 8% da sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni, il 5% da Dss (ovvero software di supporto alle decisioni).
Nuove imprese a rilento
Sette aziende su dieci in Italia (72%) usano soluzioni di agricoltura 4.0. La cifra, secondo l'Osservatorio del Politecnico, è stabile sul 2022. Cresce da 3,2 a 3,4 il numero di soluzioni medie per azienda, ma a fare investimenti sono per lo più coloro che lo hanno già fatto in passato. E ciò si riflette anche nella quota di superficie agricola coltivata con tecnologie digitali: in un anno è cresciuta dall'8% ad appena il 9%. Secondo Andrea Bacchetti, direttore dell'Osservatorio smart agrifood, per garantire la diffusione capillare del digital in agricoltura sarà sempre più importante lavorare sulle competenze: «Serviranno più conoscenze tecniche legate alle nuove tecnologie digitali, ma anche nuove figure professionali che sappiano avvicinare le aziende della domanda e i provider tecnologici, comprendendo fabbisogni, problematiche e obiettivi delle aziende e guidandole nella digitalizzazione». E in un anno molto duro per il settore primario come il 2023, le tecnologie hanno aiutato le imprese a muoversi verso obiettivi di sostenibilità. Diversi casi analizzati, come ha spiegato la direttrice Chiara Corbo, lo dimostrano. Per esempio, l'uso dei Dss in un vigneto italiano ha consentito di risparmiare il 35% degli agrofarmaci; in un altro caso in Portogallo, le rese del mais sono aumentate del 30% grazie a soluzioni di irrigazione di precisione.
Digital e tracciabilità alimentare
Il 2023 ha visto incrementare del 22% l’offerta di soluzioni digitali per la tracciabilità alimentare. Le imprese hanno necessità di garantire al consumatore finale qualità, origine e metodi produttivi. E si è rafforzato il legame con la sostenibilità. Tali soluzioni consentono di digitalizzare le fasi di tracciabilità e sono abilitate da diverse tecnologie: Internet of things (23%), mobile app (23%), cloud (20%) e tecnologie blockchain & distributed ledger (17%). La maggior parte delle soluzioni (57%) è trasversale a più settori, ma cresce la quota di soluzioni dedicate al mondo agricolo, con l'esigenza soprattutto di integrare i dati dal campo alla tavola.