Food Farm 4.0. A Parma l’impresa che fa scuola
Si potrebbe ironicamente ribattezzare “scuola di fattoria”, salvo sgombrare subito il campo da facili sarcasmi. Perché la Food Farm inaugurata a Parma in questi giorni si ripromette per davvero di formare giovani motivati a fare impresa nel settore dell’agroalimentare, offrendo agli studenti già avviati su un percorso scolastico agroindustriale o alberghiero l’opportunità di confrontarsi con le necessità della filiera. E così collaborare insieme alla crescita di un polo di eccellenza per la trasformazione di materie prime del territorio. Non a caso Food Farm 4.0 nasce nel cuore della Food Valley parmense, e dalla sinergia tra istituzioni, enti scolastici e imprese, che insieme hanno raccolto 1 milione e 650 mila euro per finanziare la nascita di un progetto che è il primo nel suo genere in Italia.
La sinergia tra pubblico e privato. Un laboratorio per crescere
A crederci, insieme al Miur, la Fondazione Cariparma, l’associazione per lo sviluppo sociale Parma Io ci sto, e poi Barilla, Stern Energy, Parma Corte Alimentare, Agugiaro&Figna, Opem, Galloni; oltre alla scuola agroindustriale Galilei-Bocchialini, che è capofila di un’iniziativa che coinvolgerà altri cinque istituti scolastici della provincia, per un totale di 500 studenti ogni anno. Food Farm 4.0 (realizzata nell’arco di due anni), dunque, sarà cogestita da una società consortile per azioni e funzionerà a tutti gli effetti come azienda agroalimentare votata a produrre generi alimentari da distribuire sul mercato – quindi capace di generare guadagni e sostenersi - pur essendo in prima battuta un laboratorio didattico dove gli studenti possono imparare a fare impresa sotto la guida di professionisti del settore.
I laboratori territoriali per l’occupabilità. Cosa sono
Un laboratorio attrezzato di tutto punto, con tecnologie di ultima generazione, che concretizza un decreto ministeriale risalente al 2015, con cui il Miur stabiliva i parametri di un bando nazionale volto a finanziare laboratori territoriali per l’occupabilità, rivolto agli istituti scolastici del primo e del secondo ciclo d’istruzione. E infatti Food Farm - al momento unico Lto in Italia nel settore agroalimentare - sarà soprattutto un luogo di incontro tra la scuola (e gli studenti) e le necessità formative delle aziende del settore (Mutti, Barilla e Consorzio del Parmigiano Reggiano in prima linea).
Lavorare alla Food Farm. Le Bontà di Parma
Su tremila metri quadri di superficie, il polo dispone di tre impianti per la trasformazione: uno adibito alla produzione di conserve, l’altro specializzato in prodotti caseari, il terzo per i prodotti da forno (biscotti e schiacciate salate). Cui si aggiungono una linea per il confezionamento e un laboratorio per le analisi chimiche. Quindi Food Farm, a partire da materie prime locali, proporrà passate di pomodoro, conserve, formaggi a fermentazione breve (primosale, caciottella e ricotta), succhi di frutta e prodotti da forno, che sul mercato saranno presentati col marchio Bontà di Parma, con etichetta trasparente che racconta l’intera filiera. Ma il polo si propone anche di lavorare conto terzi per aziende agricole interessate alla trasformazione dei propri prodotti.
E gli studenti all’opera in “fattoria”, a partire dall’11 novembre, parteciperanno a tutti i processi produttivi, dalla coltivazione dei campi alla trasformazione negli impianti dedicati, al confezionamento e ai controlli di qualità, perché acquisiscano competenze tecniche e sensibilità al tema della sicurezza alimentare. A questo si aggiunge l’opportunità di operare in ambiente di impresa, maturando quindi capacità di gestione economico-finanziaria dell’impresa. E il merito è soprattutto della capacità, ancora troppo rara in Italia, di unire le forze di pubblico e privato. Il modello, con un po’ di buona volontà, si può replicare altrove.
a cura di Livia Montagnoli