C'erano Marilyn Monroe ed Elvis Presley (sosia in carne e ossa, anche se lui assomigliava più a Bobby Solo) assieme ai quali chef e giornalisti facevano la fila per farsi fotografare (e poi ciascuno mostrava con pudico orgoglio lo scatto agli altri). C'erano acrobazie in stile Cirque du Soleil, orchestrine chiassose, modelle pochissimo vestite, gente alticcia che si aggirava ondeggiando pericolosamente al bordo della piscina nel party un po' folle che ha seguito la cerimonia, donne con i tacchi 12 in mano e il trucco sfatto dopo il settimo gin tonic gentilmente offerto dalla distilleria catalana. C'erano chef che giocavano (e nel caso di un celebrato cuoco italiano, vincevano pure) al tavolo di blackjack. C'era l'aperitivo per gli invitati vicino alla sala in cui si svolgono i matrimoni che si fanno e si disfano nel tempo di una notte e magari qualcuno ci ha fatto anche una pensatina.
La classifica 50 best dei migliori ristoranti al mondo
C'erano video che non partivano durante la presentazione e la bravissima conduttrice imbarazzata costretta a metterci una pezza e la rabbia degli chef tra il 51esimo e il 100esimo posto, che a causa di questo problema tecnico non hanno avuto l'onore di essere citati dopo aver attraversato il mondo per esserci. C'era cibo non memorabile offerto dagli sponsor, e pare proprio che nei grandi eventi gastronomici non sia riesca a mangiare decentemente, forse perché i grandi chef sono tutti là a fare passerella e a cucinare ci pensano catering attrezzati per migliaia di commensali, e alla fine è come se alla notte degli Oscar venissero mandati in onda negli intervalli gli spezzoni dei film di Bombolo.
Lo Strip di Las Vegas
C'era tanto, forse troppo nella serata di Las Vegas che ha rivelato la lista dei 50 migliori ristoranti del mondo. Un evento che rischia di soffocare nel gigantismo a tutti i costi, e che fa rima con le scelte dei ristoranti primi in classifica, tutti con una buona dose di spettacolarità ad accompagnare l'indubbia tecnica della proposta gastronomica. Con i 50 Best nella città più folle del Nevada e degli Stati Uniti tutti l'alta gastronomia è entrata in una nuova fase, quella del tutto quanto (anche il chimichurri) fa spettacolo. E ci viene da chiedere se faccia bene al fine dining questa hollywodizzazione del suo massimo evento globale, se così non si rischia di trasformare la cucina in un grande spettacolo globale che premia più la forma che la sostanza. E a Vegas (Las si può omettere) in molti dopo l'evento sembravano scontenti di dover vivere la celebrazione dell'alta cucina in un ambiente dominato dal frastuono delle slot machine. E va bene che mangiare bene è spesso una roulette, ma forse così si esagera. E va bene che spesso si accusano gli chef di essere troppo accigliati ma l'alternativa non può essere vedere Virgilio Martinez, uno che ha fatto dell'undestatement la sua cifra stilistica, passeggiare per lo Strip.
Insomma, è stato il 50 Best più pazzo della storia, e non è necessariamente un complimento. Se si è trattato di un Carnevale episodico va anche bene, semel in anno licet insanire. Ma se questo è il futuro della haute cuisine, ecco, parliamone. Ci penserà l'austera Torino a rimettere la cucina al centro dei 50 Best?