Si tratta di una delle più grandi aziende di allevamento dell'Islanda di proprietà del gigante norvegese Mowi e il 20 agosto scorso ha segnalato alle autorità l'evasione dei salmoni dal proprio allevamento dopo aver scoperto due piccoli fori di 20-30 centimetri nei recinti. Secondo l'azienda, al momento della scoperta, nella gabbia c'erano circa 70mila salmoni con una taglia media di 5,5 chilogrammi. Dopo il controllo della gabbia, Arctic Fish ha scoperto che mancavano circa 3.500 pesci.
L'azienda al centro delle polemiche degli ambientalisti
L'evasione, avvenuta in un recinto a Patreksfjörður di proprietà di Arctic Fish, una delle più grandi aziende di allevamento di salmoni del Paese, ha riacceso le richieste di ambientalisti, pescatori sportivi e alcuni politici, di limitare o vietare l'allevamento di pesci a stagni aperti. Non si tratta della prima grande fuga: solo l'anno scorso, un'altra società di allevamento di salmoni, Arnarlax, è stata multata per 813.000 euro per non aver denunciato una fuga di 81mila pesci nel 2021. Il problema ora è che alcuni di questi salmoni in fuga, come confermato dall'Iceland's Marine and Freshwater Research Institute, sono stati trovati in almeno 32 fiumi dell'Islanda nord-occidentale e alcuni di questi erano ricoperti di pidocchi di mare, un parassita che può essere letale per i pesci selvatici.
I problemi economici di Arctic Fish
La fuga dei salmoni non è l'unico problema di Arctic Fish. L'azienda ha recentemente pubblicato i risultati del secondo trimestre del 2023, indicando un periodo di scarso rendimento in quanto gli utili operativi sono scesi in rosso. La società ha registrato perdite EBIT per 200.000 euro e perdite finanziarie nette per 5,4 milioni di euro.