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Varese, la “città dei giardini”, ha un’anima green in cui immergersi alla scoperta di parchi, segreti sotterranei, gioielli Liberty. Da Villa Panza alla recente Fondazione Marcello Morandini, dal Sacro Monte patrimonio UNESCO al Parco di Campo dei Fiori, il capoluogo a un passo dalla Svizzera e il vicino lago “a scarpa” sono meta ghiotta per amanti della cultura, della natura, della buona tavola. Che fra osterie lombarde doc e raffinate proposte d’autore, conquista anche con incantevoli panorami e location d’eccezione.
Bruscitt: originari di Busto Arsizio, detti anche “bruscitti”, sono straccetti di manzo cotti lentamente nel tegame di coccio in un fondo di burro e lardo, per poi essere serviti insieme alla polenta. Ricetta povera e rurale, in passato si preparava nel camino dove le donne di casa posizionavano la carne sin dal mattino. A custodirne la ricetta originale c’è anche il Magistero dei Bruscitti di Busto Grande.
Brutti e buoni: biscottini a base di mandorle tostate e nocciole, albume montato a neve, zucchero, vaniglia e un pizzico di cannella, avvolti a due a due nell’inconfondibile velina a marchio Veniani. Sono infatti originari di Gavirate, inventati alla fine del 1800 da Costantino Veniani, fondatore della storica omonima pasticceria che li prepara ancora secondo l’antica ricetta di famiglia. Ideali con liquori e vini dolci oppure con il tè.
Ris e erborin: letteralmente “riso ed erbetta”, nella fattispecie il prezzemolo, “pedersem” in dialetto locale. Piatto povero e semplice tradizionalmente messo in tavola ai primi freddi, si tratta di una minestra a base di riso lessato in brodo di carne o verdure e completato a fine cottura con un trito di prezzemolo, una noce di burro e una spolverata di grana.
Rustisciada con polenta: altro intingolo prelibato per la polenta, sempre di origine contadina, stavolta realizzato con la luganega, la lunga salsiccia tipica di molte regioni del Nord, e in alcune versioni col lombo di maiale. In questa preparazione viene prima sbollentata, poi spellata e aggiunta a tocchetti a una base di cipolla precedentemente stufata a lungo nel burro. Una sfumata di vino e l’aggiunta facoltativa di concentrato di pomodoro per finire.
Stùà in cunscia: piatto tipico di Busto Arsizio preparato una volta nel giorno dell’Immacolata, quando i fidanzati chiedevano formalmente la mano della futura sposa alla sua famiglia. Per l’occasione si portava in tavola uno stufato di coppa di manzo marinata per due giorni con vino ed erbe aromatiche (soprattutto ginepro e alloro), quindi rosolata in un soffritto di burro e pancetta e portata lentamente a cottura in tegame di terracotta. A completare il ricco piatto due patate per commensale, aggiunte a circa un’ora dal termine.
Da Annetta
A un passo dal secolo. Insegna solida gestita dalla stessa famiglia dal 1928, in un antico edificio, dall’ambiente confortevole e il servizio affabile.
Balthazar
Il culto del “Baltha”. Cocktail Bar. Più che un ritrovo sicuro per un drink serale come si deve, è un vero e proprio tempio della mixology con tanto di “dieci comandamenti” dichiarati sul menu.
Colonne
Caldo fine dining. Silvio Battistoni sfodera tecnica e mano felice sia con le tipicità che con proposte più “spiazzanti”, come le “pietre” con fava Tonka, lampone e vaniglia su crumble di cacao e zucchero Muscovado tostato, un dessert chiamato Rolling Stones.
Trattoria Bologna
Per adunate a cuor leggero. Trattoria gettonatissima dai ragazzi, grazie ai prezzi bassi e alle porzioni abbondanti, è un posto casereccio, ideale per comitive rumorose e per chi cerca soprattutto la sostanza.
Il Gestore
Per staccare la spina. In una villa d’epoca, nel verde, con sale ampie e una bella veranda, è un’insegna con oltre quattro decenni di onorata attività alle spalle dal fascino d’altri tempi, ormai un classico della città, ideale per occasioni importanti e cene a due.
Luce
Arte e alta cucina. Sede di una collezione d’arte contemporanea nota in tutto il mondo, Villa Panza merita una visita a sé per il fascino della residenza nobiliare circondata da un meraviglioso parco.
La Perla
Un gioiello d’atmosfera. Non delude la larga schiera di affezionati, del posto o di passaggio, che vengono regolarmente a sedersi qui. Merito di un ambiente classico e curato, del servizio prodigo di attenzioni, di un menu che regala soddisfazioni.
La Piedigrotta
Pizzeria. Lievito madre, sale integrale marino iodato, farine bio per la base; latticini, formaggi e salumi pugliesi, alici cantabriche, salsa di pomodorini gialli del Salento, tonno artigianale italiano, tra le altre cose, per i topping.
Pinocchio 1826
Ambiente esclusivo e cucina d’impatto. In centro, all’interno dell'affascinante Art Hotel, accoglie in sale raffinate ideali per un’occasione speciale ed è dotato di un piacevole spazio all’aperto.
Bottega Tredici8
Pizzeria. A un passo dal Parco di Biumo, è un posto dove design contemporaneo e tradizione isolana creano un mix d’effetto. Bello il banco dolci con vetrina che mostra in diretta le preparazioni, ma sono le pizze, in tutte le forme – letteralmente – le protagoniste dell’offerta.
La Bottega di Simone
Gastronomia. Una squadra affiatata e un assortimento che fa venire l’acquolina in bocca. In primis la carne, solo Bianca piemontese allevata “a crescita lenta”, in modo totalmente naturale.
Ernesto Brusa dal 1930
Cioccolato. È in primis una storica fabbrica di confetti artigianali, che opera in città dal 1930. Se ne producono di ogni tipo, solo con la mandorla di Avola, in versioni classiche o con frutta o liquirizia.
Buosi Gelato
Gelateria. Ormai è un punto di riferimento, grazie a ingredienti di livello, senza coloranti, conservanti, emulsionanti né mono e digliceridi e a una lavorazione accurata. Da provare pistacchio, mandorla e nocciola, oppure mango e lampone, o ancora il Forastero al gusto Sacher.
C'est la Vie
Pasticceria. Nata un anno e mezzo fa e gestita da un gruppo di giovani innamorati del proprio lavoro, dice tutto col suo nome. In questo aggraziato regno del dolce infatti è la scuola francese a dettare le regole.
Colombo e Marzoli
Panetteria. Nonostante la recente scomparsa dello storico titolare, la famiglia mantiene salda la lunga tradizione della casa, che è anche caffè con cucina e conta diverse sedi.
Elleboro
Formaggi. Samuele Cangi faceva il cuoco. Poi, dieci anni fa, insieme alla moglie Stefania, si trasferisce ai piedi della montagna. Nasce così la sua azienda casearia, che si chiama come il primo fiore dell’anno che sboccia ai margini del bosco.
Fatti di Uva
Enoteca. Un atelier del buon vino, nato per la ristorazione e oggi aperto a chiunque. Un piccolo polo culturale dove si vende e si forma il cliente, grazie a eventi e degustazioni e a una mescita (su prenotazione) che mostra la filosofia della casa.
Formaggi della Motta
Gastronomia. Paradiso per gli amanti del genere, mostra al bancone una selezione eccezionale con tipologie di ogni specie e provenienza, dal Bettelmat ai caprini, dal Castelmagno al Grana Padano in varie stagionature, con tanto spazio per la Francia.
Pirola
Caffè & Bar. Simbolo della città, legato alla “leggenda” del cocktail Apollo11 che Piero Pirola, il fondatore, avrebbe creato per celebrare lo sbarco sulla luna, rimane un punto fermo dove fermarsi dalla colazione all’aperitivo.
Antica Drogheria Vercellini
Gastronomia. Un monumento cittadino, una delle poche vere drogherie ancora in attività. L’eredità dei nonni è oggi nelle mani dei nipoti, i giovani Ilaria e Filippo, che tramandano la tradizione familiare non smettendo mai di fare ricerca dei migliori prodotti di tutta Italia, per la maggior parte venduti sfusi.
Blend 4
Bistrot. Arrivando da Milano in macchina, è qui che tocca saltare in sella e iniziare a pedalare, ma prima fate il pieno di energie e buonumore da Ivano e Luigina.
Fattoria Gaggio
Agriturismo. Un Eden con vista lago, allevamento, orto e camere, in tavola tradizione lombarda casereccia.
Unibirra
Sorto sulle ceneri dell’Accademia della Birra di Franco Re, massimo esperto in Italia e indimenticabile comunicatore, è oggi un gastropub di nuova generazione per dissetarsi come si deve.
a cura di Valentina Marino