Altro che beva immediata, il Pecorino marchigiano ha bisogno di tempo per raccontarci chi è. Una verticale storica mette in discussione tutte le (nostre) certezze
Scambiamo per sani piatti in realtà grassi e iper lavorati, mangiamo fino a ingozzarci e poi la colpa è solo dell'alcol. Il semaforo è impazzito, chiamiamo rinforzi
L'enologo francese racconta l'inizio di una piccola rivoluzione: controcorrente su dosaggi e lunghissimi affinamenti sui lieviti. "Il Pinot Nero? L'origine del problema sono i cloni, quelli utilizzati in Trentino non sono quelli più adatti al nostro stile"
Quest'anno il meteo non sarà clemente, ma per i temerari e amanti del barbecue, ecco una lista ragionata di beverage da portare alla grigliata del 25 aprile
Le vigne del tennista hanno 10 anni d’età ed iniziano ad avere una prima maturità: "L’idea non è fare blockbuster wines, ma vini con un senso del luogo, che siano riconoscibili al primo sorso", dice il suo enologo al Gambero...
Un vinile, una candela e una bottiglia di rosso. La serata perfetta che sfugge all'intelligenza artificiale e che racconta il sapore sovversivo del vino
Un malore ha portato via uno dei personaggi più noti della ristorazione italiana nella Grande Mela. Romolo, in arte Pepito, era il direttore di Paola’s Restaurant
Lasciata alle spalle la feroce contrapposizione tra vino naturale e convenzionale, ora il mondo nel vino ne vive un'altra molto più profonda: i vini dealcolati sono una delle nuove frontiere del futuro (ma non tutti sono d'accordo)
Basta guerre tra vino naturale e convenzionale: scocca l'ora del dialogo e della collaborazione. Sul palco del Gambero Rosso Al Vinitaly un incontro storico...
La cultura dell'istante si è presa anche il nostro bicchiere. Così calano le vendite dei rossi, mentre bianchi, bollicine e macerati conoscono una nuova vita (anche social)
Chi si è formato tra gli anni Novanta e il 2010 è cresciuto con un mito ben definito: Bordeaux. Ma ora un fantasma si aggira nei locali d'Oltralpe: il rosso più famoso di Francia semplicemente non è pervenuto
Falsificavano non solo etichette, ma anche ologrammi, fascette e tappi: il piano ha fruttato oltre 400mila euro. La Cassazione ha emesso la sentenza definitiva