Una circolare della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (DGSAN) del Ministero della Salute, destinata alle associazioni di categoria, suggerisce di modificare le indicazioni riportate sulle confezioni delle zuppe pronte in vendita nei banchi frigo dei supermercati. L’indicazione di sicurezza suggerita è “far bollire il prodotto per almeno 5 minuti”.
Il caso della donna morta a Roma dopo aver mangiato una vellutata di carciofi ha riacceso i riflettori sulla pericolosità delle tossine botuliniche, «il veleno naturale più potente per l’uomo» secondo l’Istituto superiore di sanità (ISS). Non più solo relegate alle conserve fatte (male) in casa – con tutto che il 90% dei casi di botulismo alimentare è associato al consumo di conserve preparate in ambito domestico – ma presenti anche in prodotti industriali come, appunto, le zuppe pronte in vendita nei supermercati, che subiscono trattamenti termici blandi e che sono prive di conservanti. In gergo tecnico questi prodotti pronti al consumo vengono chiamati REPFED (Refrigerated Processed Food with Extended Durability) e possono essere consumati in sicurezza soltanto se durante tutta la loro vita commerciale sono stati conservati a temperatura di refrigerazione, ovvero minore o uguale a 6°C. In caso contrario, proprio per le caratteristiche intrinseche dei REPFED, c’è il rischio di sviluppo e tossinogenesi dei clostridi produttori di tossine botuliniche.
Purtroppo i casi contrari sono più diffusi di quanto si pensi, visto e considerato che le temperature medie dei frigoriferi domestici sono comprese fra 8,5°C e 9,5°C. È anche per questo che la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione ha divulgato una nota destinata a Unionfood, Federdistribuzione, Coop e Conad, dove suggerisce, in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti tecnico-scientifici da parte dell’ISS, una soluzione prudenziale alle aziende produttrici: «Indicare nell’etichetta del prodotto, e in caratteri ben evidenti, la dicitura “far bollire il prodotto per almeno 5 minuti”». Che se sei a casa e puoi travasare la zuppa in un pentolino, riesci a seguire il suggerimento, ma in ufficio dove hai a disposizione solo il forno a microonde come monitori il tempo di ebollizione? E poi, come evidenziato da Il Salvagente, siamo certi che gli attuali contenitori in plastica siano idonei all’ebollizione di 5 minuti?
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