“Il nome Unregular viene dal fatto che quando le persone, gli americani vanno in una pizzeria diciamo di bassa qualità, una “pizzeria slice”, per chiedere una fetta di comune margherita – la “plain” – dicono Can I have a regular slice? Intendendo così la semplice pomodoro e mozzarella. Grammaticalmente peraltro il termine corretto sarebbe irregular: ma ci sta, perché la nostra pizza non è “regolare”, e quindi anche il nome asseconda l’idea!”.
A parlare è il trentenne romano Gabriele Lamonaca, a New York da oltre dieci anni, che negli ultimi giorni è arrivato davanti alle telecamere di FoxNews e NBC News con un’idea semplice e geniale, nata dalle costrizioni della pandemia, ma con radici lontane: la sua pizzeria non esiste ancora, ma la gente riesce a gustare la sua pizza e l’apprezza… Grazie al baratto.
“I nostri nonni paterni erano di Rutigliano in Puglia, e mia nonna, che faceva il pane, lo scambiava magari con qualche gallina o con le uova”, racconta intanto Enrico Mattia, fratello di Gabriele.
Ma come funziona il baratto tra le strade di New York? Ci si prenota sul sito, volutamente minimal (un’unica casella in cui si inserisce la propria email). Gli scambi avvengono principalmente tra pietanze, e sono documentati dall’account Instagram @unregularpizza: pasta fresca, crostate, cotolette di pollo… Quando capita chi non cucina, si procede allo scambio magari con una bottiglia di vino. L’attività è cominciata un anno fa, quando il progetto di aprire un vero e proprio locale è stato rallentato dai divieti del Covid.
Così, una sera come tante altre, a Manhattan, capita di assistere allo scambio organizzato in Columbus Square: il fortunato destinatario di una pizza alle melanzane preparata da Gabriele porta in cambio un contenitore di rigatoni e una bottiglia di tequila. L’unregular pizza viene consegnata in un cartone per take away, e Gabriele suggerisce come scaldarla. Ma il baratto può contemplare anche scambi più originali, per esempio un ritratto fotografico in cambio di una pizza: “Mi raccomando non usare il forno a microonde per scaldarla!” si raccomanda con me Lamonaca, mentre sto per prendere la metropolitana. Precisazione superflua perché, regular o unregular, a New York come a Roma, la pizza al taglio ha un gusto diverso se mangiata per strada, ancora calda. E anche la pizza scambiata con Gabriele, nella cucina di casa non ci è mai arrivata.
a cura di Francesca Magnani (testo e foto)
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