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Un caffè (sostenibile) in cima al Monte Bianco. La scalata virtuale di Oliviero Alotto a Torino

Un’impresa sportiva “virtuale” diventa strumento di sensibilizzazione sul mondo del caffè e sulle coltivazioni responsabili. Succede a Torino, dalla collaborazione tra un noto sportivo e il caffè Mara dei Boschi. Ecco com’è andata.

  • 12 Ottobre, 2020

La scalata virtuale di Oliviero Alotto

Nelle battute da bar fra amici ci sono sempre state sfide leggendarie (a Torino ha circolato per anni la boutade “andiamo a prendere un caffè a Savona”, ovviamente andata e ritorno in serata, dopo l’apertura dell’autostrada). Tutt’altra storia naturalmente è bersi un caffè in cima al Monte Bianco.

Inutile dire che in questo anno “virtuale” si tratta di un’idea che sfrutta un po’ di virtualità, ma neanche troppa, e che ha che fare con il mondo del food, e con la versione 2020 del Salone del Gusto appena iniziato. Così, Oliviero Alotto, fiduciario Slow Food della condotta di Torino, e grande sportivo, che percorre il mondo – di corsa, ma anche in bici – in imprese che sono un impegno e una testimonianza sui temi della sostenibilità ambientale e dell’alimentazione sostenibile, ha scalato simbolicamente il Monte Bianco: 4810 metri in bici, fino alla cima. Ma tutti fatti rimanendo a Torino.

Di questi tempi in cui maratone e gare sono molto difficili da organizzare in sicurezza, nascono alternative virtuali, come il progetto “La Scalata” (www.www.lascalata.it), promosso in collaborazione con Cinelli, Garmin e Torino Bike Experience, che ha puntato proprio a una scalata simbolica del Monte Bianco, la cima più alta d’Europa. Come si fa? Si sceglie in solitaria una salita, da percorrere in bici o a piedi, e la si ripete tante volte quante bastano a raggiungere il traguardo dei 4810 metri. In pratica, partendo dal centro di Torino, Oliviero ha percorso la sua scalata, affrontando per dieci volte consecutive la salita al Colle della Maddalena (480 metri) fino a raggiungere il traguardo.

Oliviero Alotto beve un caffè

Il caffè sostenibile di Mara dei Boschi

Base dell’impresa è stata la caffetteria-gelateria Mara dei Boschi di piazza Carlina, indirizzo d’eccellenza torinese, che ha sostenuto l’iniziativa con i suoi caffè. L’idea-guida dell’impresa di Oliviero Alotto era infatti sensibilizzare sul tema della complessità del caffè e sulla necessità di salvaguardare le sue coltivazioni nel mondo e coloro che ci lavorano. Così, per 10 volte, in ognuna delle dieci tappe percorse, Alotto si è fermato ai tavolini di Mara dei Boschi a bere un caffè estratto ogni volta in una maniera diversa: tra questi, anche il caffè Huehuetenango, Presidio Slow Food.

Bella idea davvero: se imitarlo può non essere alla portata di tutti, andare a provare gli specialty coffee di Mara dei Boschi, e le diverse estrazioni può essere oltre che assai piacevole pure istruttivo. Il progetto di Mara dei Boschi si è infatti ampliato negli ultimi tempi a cioccolato, tè e caffè, e ci sono in previsione altre interessanti iniziative legate proprio al caffè. Gambero Rosso ha anticipato il nuovo corso del locale, e i prossimi sviluppi, in collaborazione proprio con Oliviero Alotto si preannunciano piuttosto interessanti… Ne riparleremo.

 

a cura di Rosalba Graglia

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