Quelle alimentari sono diventate le nuove fantasie floreali. Così il New York Times ha descritto l’ultima tendenza del settore della moda, che trae sempre più ispirazione dal cibo per creare capi innovativi, tra accessori originali e cappotti. Un connubio vincente ora in mostra in un museo della Grande Mela.
Una borsa con inserti a forma di burger e patatine, una giacca che ricorda la carta del cioccolato, il copricapo-toast di Elsa Schiaparelli: sono tanti i capi esposti al Museum at FIT di New York, che fino al 26 novembre 2023 ospita la mostra Food & Fashion, un insieme di oltre 80 pezzi unici di stilisti moderni e contemporanei. Tra i brand più noti, Moschino, che grazie alla direzione creativa di Jeremy Scott ha messo a punto una collezione sui generis tutta improntata sul cibo, con forchette al posto dei bottoni o scarpe dal design molto simile a quello di McDonald’s. L’obiettivo della mostra, in qualsiasi caso, è dimostrare che il rapporto tra cibo e moda si fa sempre più stretto, e il dialogo tra questi due mondi parte da lontano per arrivare a tematiche quanto mai attuali, a cominciare dalla sostenibilità ambientale, punto cruciale che accomuna entrambi i settori.
Organizzata con intelligenza e un pizzico di ironia, la mostra si apre rievocando gli ambienti tipici della gastronomia, dal mercato al ristorante, dove al posto degli alimenti però, si trovano gli abiti. Si continua così, tra improbabili food hall e cucine colorate, per arrivare a uno dei punti cruciali del percorso, che pone al centro di tutto l’importanza dell’estetica per i brand di cibo: anche l’occhio vuole la sua parte recita il proverbio, e chi si occupa di comunicazione enogastronomica lo sa bene, considerando il ruolo di rilievo che i social network si sono ritagliati nell’ultimo decennio. E così l’aspetto diventa essenziale in entrambi i casi, che si tratti di un abito o di un piatto. La moda che influenza il cibo e viceversa: pensiamo alle tipologie di abito create su misura per un pasto in particolare, come gli abiti da cocktail; in quel caso è la cucina a dettare le regole e creare una nuova richiesta di mercato. Alta attenzione è riservata poi all’impatto ambientale: si parla di slow fashion e anche di slow food, di fibre naturali e coltivazioni etiche, oltre che riciclo creativo degli scarti.
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