Si manteca sulla fiamma oppure no? È meglio la cipolla o lo scalogno? Il risotto è uno dei piatti più ostici da preparare, ma è solo luogo comune. Se si usano gli ingredienti giusti e i procedimenti corretti sarà il primo più semplice da preparare. A dimostrarlo è Igles Corelli, chef pluripremiato che di risotti ne sa qualcosa: famosi i suoi Mojito di Parma, Risotto con zucca e liquirizia e Risotto di cacio con gelato di Parmigiano.
Il Sant’Andrea è perfetto perché assorbe meglio gli intingoli della ricetta e ha un gusto più aromatico. Il Carnaroli tiene meglio la cottura.
Perché hanno due cotture diverse e cuociono a temperature differenti.
Perché lo shock termico fa montare il riso e si ottiene un risultato cremoso.
Questo è un consiglio soggettivo. Igles Corelli lo preferisce perché le botaniche contenute nel prodotto, rilasciano un aroma migliore regalando al riso un sapore particolare
Il riso si tosta perché la parte esterna è più morbido di quella interna e necessita della tostatura nel grasso per creare l’uniformità con la parte interna del chicco. In più assume un sapore di crosta di pane tostato. Con il riso invecchiato la procedura si salta perché il chicco è uniforme.
Il brodo in aggiunta o altri ingredienti devono avere la stesa temperatura di quello che accade in pentola, altrimenti c’è il rischio che i chicchi di riso si rompano e la parte esterna diventi collosa.
Perché predispone il riso ad accogliere meglio l’intingolo
Il 99% dei risi serviti in un risotto sono crudi. Il grado di cottura dipende dalla sensibilità del cuoco, dalla sua qualità.
Abbiamo chiesto a Igles Corelli di darci 8 tips per il risotto perfetto. Ecco il video pubblicato su Instagram.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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