L’Unione europea è pronta ad aprire il confronto sulle Nuove tecniche genomiche (Ngt) in agricoltura. Il Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Ue (Coreper) ha dato, infatti, il via libera alla discussione con il Parlamento europeo e con la Commissione europea. La decisione consentirà all’attuale presidenza polacca del Consiglio dell’Ue di arrivare, come è auspicabile, all’adozione di una regolamentazione attesa da tempo sia dalla comunità scientifica sia dai produttori agricoli e agroalimentari. Il confronto in sede di trilogo dovrebbe partire a metà aprile 2025.
L’ok arriva dopo una lunga fase di stallo, come ricorda il ministro dell’Agricoltura italiana, Francesco Lollobrigida, che guarda alle Nuove tecniche genomiche, note anche come Tea (Tecniche di evoluzione assistita), come a un’opportunità strategica per migliorare la sostenibilità e competitività in agricoltura. A livello europeo, l’Italia è stata tra le prime a sostenere l’uso delle Ngt. «La nuova regolamentazione – ha dichiarato Lollobrigida – dovrà assicurare un quadro chiaro e pragmatico, che consenta agli agricoltori di accedere alle migliori soluzioni scientifiche senza barriere ideologiche o burocratiche. L’Europa non può più permettersi ritardi».
I sindacati di categoria hanno salutato con favore il via libera del Coreper. In primis, Confagricoltura, che da sempre ha sostenuto che occorre sperimentare e usare tutti i frutti della scienza e della ricerca: «Bisogna mettere in grado i nostri agricoltori di produrre di più al costo minore e competere sui mercati internazionali. Sono sotto gli occhi di tutti – è il commento del presidente Massimiliano Giansanti – i problemi causati dai cambiamenti climatici e dalle fitopatie a tutte le nostre colture. Il settore primario non può prescindere dall’innovazione se vuole assicurare la sostenibilità ambientale ed economica. Per troppo tempo la sperimentazione in campo è stata osteggiata. Fondamentale – ricorda – l’intesa che era stata raggiunta in Parlamento, condivisa anche dalla Regioni».
La Coldiretti, assieme a Filiera Italia, illustra i vantaggi generali che deriveranno dal confronto in sede Ue. «La decisione consente di procedere verso una normativa chiara, che distingue le piante Tea in due categorie: quelle assimilabili alla selezione naturale e quelle soggette a norme più stringenti. Le Ngt non hanno nulla a che fare con i vecchi Ogm – sottolinea il presidente Ettore Prandini – ma permettono di riprodurre in modo mirato i meccanismi della selezione naturale per rispondere alle crescenti sfide ambientali e produttive».
Il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che ricorda come le tecniche di evoluzione assistita siano cruciali per affrontare le grandi sfide della transizione green e rappresentino per l’agricoltura uno strumento indispensabile contro le malattie delle piante e i cambiamenti climatici che, già oggi, da soli spiegano tra il 20% e il 49% delle fluttuazioni del rendimento agricolo. Per Fini, l’auspicio è che l’Italia diventi presto capofila in Europa del percorso di sperimentazione in campo delle tecniche genomiche. Il primo vigneto sperimentale Tea, a San Floriano, è stato vandalizzato a febbraio scorso.
Il Copa-Cogeca, il più grande sindacato agricolo cooperativo europeo, parla di decisione che potrebbe rivitalizzare la produzione di sementi in Europa, offrendo opportunità nuove ad agricoltori e cooperative. «Tuttavia, è fondamentale che il criterio della sostenibilità sia mantenuto anche nella legislazione sul materiale riproduttivo vegetale, in modo che le nuove varietà forniscano concreti benefici». Infine, in materia di brevetti sulle piante, il sindacato prende atto del mandato del Consiglio Ue sulla pubblicazione di uno studio della Commissione Ue in materia e avverte: «La discussione sulle piante Ngt accelererebbe le richieste di brevetto in corso e verrebbero concessi molti nuovi brevetti per le piante, limitando potenzialmente l’accesso al materiale genetico ed esercitando il controllo su piante e prodotti a base vegetale dalle fasi di riproduzione fino ai consumatori finali. Copa e Cogeca si oppongono all’uso di brevetti nelle varietà vegetali, poiché gli agricoltori europei chiedono totale esenzione».
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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