Una lunga preparazione e ingredienti ricercati sono alla base di un cappon magro di qualità. Un piatto emblema della cucina della Liguria che nasce per sfamare marinai e servitù. La moltitudine di prodotti impiegati nella sua preparazione fa pensare al raffazzonare di tutto ciò che era considerato scarto per mettere insieme qualcosa da mangiare anche nei peggiori tempi di carestia. È per questa ragione che nasce a bordo delle navi e nelle cucine nobiliari come un piatto di recupero. La sua evoluzione l’ha portato a diventare uno dei grandi protagonisti delle tavole natalizie liguri e la sua bontà, invece, l’ha trasformato in un evergreen da mangiare tutto l’anno.
Il primo incontro con il cappon magro è sempre una curiosa scoperta. Un nome particolare che richiama un pesce o un pollo castrato, che in realtà non ha nulla a che vedere con entrambe le categorie. Lo chapon è il crostino di pane secco strofinato con aglio che in Francia si utilizza in accompagnamento alle zuppe. Svelato l’arcano del primo termine non resta che sdoganare i falsi miti relativi al secondo. Non si chiama magro in funzione delle poche calorie che contiene, ma poiché si consumava nei giorni in cui la carne era vietata secondo i costumi cristiani, trattandosi di una preparazione a base di pesce.
Cappon magro Trattoria dell’acciughetta
Si parte da una galletta del marinaio, la focaccia secca tipica di Camogli, ammollata in acqua e aceto. Si continua poi a giocare con le stratificazioni a base di verdure e pesce. La ricetta del cappon magro annovera molti ingredienti e lascia margine di scelta per quanto riguarda il pescato. Ricciola, gallinella, palamita in base al gusto e alla disponibilità, si combinano con gamberi, seppie, cozze e calamari. Tra le verdure rientrano le rape rosse, le carote, le zucchine e i cavolfiori. A legare il tutto ci pensa la salsa verde a base di prezzemolo, aglio, acciughe, tuorli sodi, olive, capperi e pane ammollato nell’aceto. Cotture differenti e piccoli accorgimenti rendo molto lunga la preparazione di questo piatto che per tale ragione è spesso relegato all’ambiente casalingo durante le festività natalizie. Le gastronomie e i ristoranti genovesi lo propongono spesso in carta per accontentare anche chi il cappon magro lo mangerebbe tutto l’anno.
© Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati
La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
No results available
ResetNo results available
Reset