In realtà il gelatiere romano dalla “pista” non è mai sceso, così come non ha mai lasciato il laboratorio. Dapprima ha aperto una gelateria sui generis in zona Marconi dove i gelati sono proposti in barattolo, su stecco o in altre forme geometriche e ora apre una gelateria tradizionale, Stefano Ferrara Gelateria, al numero 244/246 di via Cilea, nel quartiere romano Infernetto.
Il locale, il cui progetto è stato affidato allo studio di architettura FraMe, è ampio, dai toni caldi che richiamano il colore della terra e caratterizzato da un bancone a carapine di oltre cinque metri e un bel tavolo sociale in marmo, preludio di un modo di concepire il gelato che ha da sempre accompagnato il gelatiere romano, ovvero come un prodotto da gustare con calma, per capirlo fino in fondo. D’altronde Ferrara (che ha ottenuto i Tre Coni della guida Gelaterie d’Italia per la prima volta nel 2020) al gelato ha dedicato tutta una vita, impegnato da oltre vent’anni nella ricerca e sperimentazione nel settore del gelato riesce a coniugare il mestiere dell’artigiano con un approccio scientifico alla materia, in cerca dell’equilibrio tra gusto e benessere, che si concentra soprattutto sul controllo degli zuccheri aggiunti che non si spinge mai oltre a una percentuale del 14%.
Lo abbiamo visto nel progetto Formaessenza nel quartiere Marconi, ora tocca alla sua gelateria tradizionale all’Infernetto, zona a metà strada tra l’Eur e il mare di Ostia che riserva altre belle sorprese. Perché l’esigenza di aprire due gelaterie così diverse? «Ho sempre avuto ben chiaro che la massima espressione della mia ricerca fosse racchiusa nella possibilità di esprimermi in due format diversi, uno con un utilizzo più spinto della tecnologia e uno dove riuscire a mettere a punto un prodotto di sempre più alto livello attraverso processi e macchinari già utilizzati di consueto. Ad ogni modo pure nella mia visione tradizionale della gelateria vedo una sfida e una crescita continua verso quel concetto che è diventato la mia mission: diventare artigiano contemporaneo e formare una nuova generazione coerente a questo concetto».
La produzione da Stefano Ferrara Gelateria segue, dunque, processi classici avvalendosi di macchinari tradizionali ma fa tesoro dell’esperienza acquisita da Formaessenza per la costruzione delle ricette, il controllo degli standard di qualità e la sostenibilità dei processi. Sono 30 le carapine, tra gelati, cremolati e granite. Tra i gusti da non perdere il cioccolato al tè nero e salsa di ciliegie, mandorla miele e pesca tabacchiera, ananas vodka e vaniglia Bourbon e i tutti i gelati da varietà di cioccolato monorigine. «Non mancheranno, poi, i gusti più amati: la GGianduia, il Fior di sale Rock, l’Arachide Esquisita e il sesamo nero con amarene di Cantiano», promette Ferrara.
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