Per molti è l’ennesimo abbassamento del livello dei servizi a bordo, ma per tanti operatori del settore, e soprattutto passeggeri, si tratta di una vera svolta. In fondo, è più semplice per tutti alzarsi per andare a prendere un secondo snack dal banco self-service, ottima scusa anche per sgranchirsi le gambe.
È l’ultima novità in fatto di somministrazione sull’aereo, un tema che si fa sempre più caldo negli Stati Uniti, dove si continua a sperimentare con nuovi servizi, come l’introduzione di bevande vegetali per macchiare il tè, o la creazione di una miscela di caffè pensata appositamente per accontentare le papille gustative che in alta quota sono meno sensibili.
Ora tocca al self-service, che non sostituisce il servizio dei pasti caldi, che spetta ancora all’equipaggio, ma che permette ai passeggeri di prendere autonomamente gli snack, così da evitare il passaggio continuo di hostess e steward lungo la corsia. Già sperimentato da tutte le compagnie aeree statunitensi, dal 30 novembre il self-service arriverà anche a bordo della United Airlines, classe economy, inizialmente solo per tratte selezionate dall’aeroporto di Chicago O’Hare.
Una modalità che ai passeggeri piace molto, secondo Harry Harteveldt, analista dell’industria del turismo e presidente della Atmosphere Research Group, società di consulenza del settore viaggi. Postazioni fai-da-te «facilitano i passeggeri e riducono il carico dell’equipaggio, che deve altrimenti fare avanti e indietro mille volte per servire singole persone».
Ma non tutti sono d’accordo: Robert W. Mann, esperto del settore, ritiene che la formula sia un po’ troppo casalinga, dozzinale, che guarda al risparmio più che all’esperienza del cliente. Vero è che le compagnie aeree già da anni stanno puntando su un’ottimizzazione delle risorse per contenere i costi, mosse che si sono rivelate perlopiù vantaggiose per i viaggiatori, come l’uso di app su cellulari per fare il check-in e gestire il volo. Stesso motivo per cui le compagnie americane hanno ridotto sempre più il numero del personale a bordo, viaggiando con il minimo indispensabile, ovvero un assistente di volo ogni 50 passeggeri.
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