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A Sanremo è guerra tra ristoranti. La denuncia di Confcommercio: "C'è chi abbassa troppo i prezzi. Un danno per tutta la città"

Dito puntato contro le convenzioni tra alcuni ristoranti e le case discografiche per menu a prezzi calmierati. E c'è chi parla di effetto discount

  • 11 Febbraio, 2025

Sanremo non sarebbe Sanremo senza polemiche. Stavolta, però, al centro del dibattito non ci sono finiti cantanti o presentatori, bensì i ristoratori: gli uni contro gli altri in una sorta di guerra tra poveri ad accaparrarsi più avventori possibili.

Come riporta il Secolo XIX ad essere contestata è la scelta di applicare prezzi calmierati per i pranzi e le cene degli addetti ai lavori, in particolare i dipendenti delle case discografiche, nel periodo della kermesse. «Menu a 18 euro, o anche meno, in locali che per le stesse portate presenterebbero un conto di 40 euro», scrive il quotidiano ligure. Non ci sta Confcommercio che parla di «concorrenza sleale».

Prezzi calmierati per pranzi e cene

Confcommercio, nelle settimane scorse, aveva già incontrato i ristoratori per trovare una linea comune ed evitare che qualcuno adottasse scelse diverse, come appunto quella di calmierare i prezzi. Ma quell’accordo non è mai stato fatto, con le conseguenze del caso. «Alcuni ristoranti hanno deciso di fare delle convenzioni con un prezzo basso, anzi, troppo basso – commenta il presidente della confederazione locale Andrea Di Baldassare al Secolo XIX – Fermo restando che ognuno ha la libertà di scelta, è chiaro che in questo modo si danneggia l’immagine della città durante l’evento più importante a livello nazionale, e non solo. Se viene fatta una convenzione con prezzi bassi, chi mantiene quelli che ha durante tutto l’anno passa come un approfittatore, come se avesse deciso di alzare il conto perché è la settimana del Festival. Un doppio danno».

Per Confcommercio è concorrenza sleale

C’è, poi, il caso di chi ha scelto di chiudere e affittare il locale a influencer o cantanti (e sono parecchi in città). Da qui Di Baldassarre chiede l’intervento della politica: «La città e la sua immagine vanno difese, e lo stesso chi lavora 12 mesi all’anno, tenendo aperto il locale anche nei periodi di poca affluenza, con la pioggia o nelle settimane cosiddette “morte”. Durante il Festival, invece, si consente a chiunque di dare da mangiare, attraverso catering, banchetti, o altro. E i ristoranti di Sanremo sono costretti a subire quella che a tutti gli effetti è concorrenza sleale».

Per la ristorazione di Sanremo il rischio è l’effetto discount

A lanciare la provocazione finale ci pensa Marco Ventimiglia, titolare del ristorante La Pignese, tirando in mezzo anche i concorrenti francesi: «Una guerra tra poveri. A nessun ristoratore, durante il Festival di Cannes, verrebbe in mente di stipulare delle convenzioni tagliando i prezzi della metà o più. Siamo davanti a un effetto discount che sicuramente non fa bene alla città e al suo nome».

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