La sua è probabilmente la canzone più gastronomica di questo Sanremo, ma non è solo per questo che Brunori Sas, alla sua prima partecipazione al Festival, è già nella cinquina dei più votati. L’Albero delle noci è la canzone dedicata alla figlia Fiammetta, ma è anche una poesia sul tempo che passa, mentre le foglie dell’albero crescono veloci.
Nel testo, dove si parla di vino, carne e pane, c’è anche un riferimento culinario solo per intenditori. «Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele». Una metafora? Niente affatto. È stato lo stesso cantautore cosentino a rivelare l’arcano, che altro non è se non una ricetta; quella della scirubetta, ovvero un sorbetto preparato proprio con la neve fresca e il miele di fichi. Ma c’è chi usa il succo d’arancia, il succo di limone o il caffè. Un dessert povero, molto diffuso in Calabria, soprattutto in Sila, che sembra l’antagonista della granita siciliana. D’altronde l’origine è sempre araba, dal termine sherbeth, sorbetto. Ma a fare la differenza è l’uso della neve. A Reggio Calabria c’è anche un Festival della Scirubetta.
Spesso Brunori parla della tradizioni culinarie della sua terra d’origine. Non è un caso che proprio in Calabria, tra il Parco nazionale della Sila e quello del Pollino, abbia fondato l’azienda vitivinicola Le Quattro volte (dal titolo di un’altra sua canzone), dove si producono soprattutto vini naturali.
«Mio zio era molto felice che nel testo ci fosse un riferimento alla scirubetta – ha detto con la sua solita ironia lo stesso cantautore, che poi è stato colto da un’illuminazione: «Si potrebbe metterlo nel merchandising». O ancora meglio: «Portare durante il tour (che inizierà il prossimo 14 marzo da Vigevano, ndr) qualcuno che può preparare la scirubetta con la neve della Sila». Peccato non averci pensato prima. Nell’affollamento sanremese di pop up di artisti (dal food truck di Tony Effe e Ruben alla gelateria di Sarah Toscano), la scirubetta targata Brunori Sas sarebbe andata alla grande. Da qui a sabato, chissà…
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