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Putin ruba le nostre birre, la denuncia di Carlsberg

Dopo che il Cremlino ha sequestrato la filiale russa della Carlsberg, il nuovo CEO dell'azienda ha tagliato definitivamente i rapporti con la Russia

  • 03 Novembre, 2023

Le relazioni tra l’azienda danese Carlsberg e la Russia si sono del tutto deteriorate. La produttrice di birra si rifiuta di entrare in trattative con il Cremlino dopo che quest’ultimo ha preso il controllo delle operazioni dell’azienda. Una presa di posizione annunciata dal CEO Jacob Aarup-Andersen che vede un ipotetico dialogo con il Cremlino come una legittimazione del sequestro delle attività avvenuta nei mesi scorsi.

Il sequestro del birrificio

Il deterioramento dei rapporti tra l’azienda e la Russia è iniziato a seguito della vendita della filiale Baltika di proprietà del gruppo danese in Russia. Un’operazione che segue le orme di molte altre aziende occidentali che hanno deciso di abbandonare la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. A giugno la Calsberg aveva annunciato di aver trovato un acquirente interessato e di aver firmato un accordo per la vendita delle sue attività in Russia, previa approvazione da parte delle autorità competenti.

Un processo lungo, che si è attirato diverse critiche per il tempo impiegato per vendere il ramo russo, ma che “era importante raggiungere la migliore soluzione possibile per tutti gli stakeholder, compresi i nostri oltre 8mila dipendenti in Russia”, secondo quanto dichiarato, a suo tempo, dall’amministratore delegato del Gruppo Cees ‘t Hart. A luglio, però, la Russia ha preso il controllo del birrificio locale Carlsberg e delle attività del produttore alimentare Danone con un ordine firmato dal Presidente Vladimir Putin che prevedeva la possibilità di sequestrare i beni delle imprese di Paesi “ostili”. In un comunicato dell’epoca, Carlsberg ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna “informazione ufficiale dalle autorità russe in merito al decreto presidenziale o alle conseguenze per Baltika Breweries”.

La linea di condotta del nuovo CEO della Carlsberg

Il CEO Aarup-Andersen, insediatosi a settembre è stato irremovibile sulla futura condotta dell’azienda in merito alla questione. “Non c’è modo di aggirare il fatto che ci hanno rubato l’attività in Russia – ha dichiarato – e non li aiuteremo a farlo sembrare legittimo. Non intendiamo avviare una transazione con il governo russo che in qualche modo giustifichi l’acquisizione illegale della nostra attività”. Conseguentemente l’azienda ha posto fine agli accordi di licenza per i suoi marchi in Russia per vendere i prodotti Carlsberg attraverso l’attività di Baltika, anche se Aarup-Andersen ha ammesso di “non poter garantire” che il birrificio russo non produrrà più prodotti Carlsberg.

Da parte sua La Russia invece ha affermato tramite il ministero delle Finanze russo che l’agenzia federale per le proprietà immobiliari Rosimushchestvo è stata nominata gestore temporaneo, in un comunicato ha specificato che quest’ultimo ha i poteri del proprietario, ad eccezione dei poteri di disposizione della proprietà”.

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