Stampanti in 3D, macchinari a guida autonoma, software per foto segnaletiche per insetti: il mondo dell’agroalimentare si evolve, cambia pelle, diventa sempre più tecnologico, affina tecniche e sistemi innovativi in grado di ottimizzare il lavoro di uomini e animali. È il quadro che emerge dall’osservatorio di Fieragricola 2020, l’esposizione dedicata agli operatori del settore conclusasi la scorsa settimana a Verona. La frattura tra campagna e città si assottiglia, il dislivello digitale è storia passata, e lo ha dimostrato ancora una volta la manifestazione, dove cresce il numero degli espositori (900), ma soprattutto la quantità di braccia robotiche presenti.
Fra le novità più significative, quelle che guardano al tema della sostenibilità, come il sensore Veris U3 di Arvatec, in grado di delineare la variabilità del suolo per riuscire a gestire al meglio il terreno e coltivare in maniera consapevole, rilevando la conducibilità elettrica, la tessitura, la sostanza organica, la capacità di scambio cationico e il Ph. Il funzionamento è semplice: il sensore è dotato di un sistema Gnss integrato all’interno della centralina V-Sense, usata per la georeferenziazione dei dati raccolti. Attraverso la connessione Bluetooth, gli operatori possono ricevere i dati grezzi in tempo reale al display di campo.
C’è poi Eolo, ventilatore girevole in grado di assicurare un miglior benessere ai bovini in stalla, aumentando il numero di ricambi d’aria e quindi la qualità della vita degli animali. Riesce, inoltre, a ridurre la carica batterica della stalla, dal tasso di ammoniaca alla quantità di CO2. Spazio anche agli insetti, che grazie a Trap-vision possono essere facilmente classificati: si tratta di un software di riconoscimento automatico, integrato a un altro dispositivo, il Wtrap, trappola a ferormoni con telecamera ad alta risoluzione.
Ma non finisce qui: curioso anche il progetto MooMonitor+, un collare per vacche che effettua 36 misurazioni al secondo attraverso un accelerometro, registrando calori, ruminazioni, tempi impiegati per mangiare e riposare, permettendo così di raccogliere circa 3 milioni di dati giornalieri, salvati su un server della ditta produttrice irlandese, Dairy master. I dati vengono elaborati ogni quindici minuti, così da avere un quadro completo delle condizioni di salute degli animali, segnalando ogni anomalia in tempo reale all’allevatore direttamente sull’app dello smartphone.
A pensare al benessere animale è stata anche Sara Pasetto, allevatrice di Trevenzuolo, Verona, con 300 ettari e 320 capi in mungitura: è lei l’ideatrice dei robot da mungitura, “che hanno avuto effetti positivi sulla qualità del latte e sullo stato di salute delle mucche”. La ditta Bellucci Orlando e C. srl, invece, ha presentato un robot pensato per avvicinare il fieno agli animali su un percorso predefinito e una pulitrice automatizzata per eliminare le deiezioni zootecniche dal pavimento grigliato.
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