Notizie / Attualità / Nell’Italia arancione o rossa, la clausola che consentirebbe ai ristoranti di riaprire a pranzo

Ristoranti

Nell’Italia arancione o rossa, la clausola che consentirebbe ai ristoranti di riaprire a pranzo

Nessun allentamento delle misure, come chiesto da una parte di governo, per tutto il mese di aprile. Ma un comma dell’art.1, contenuto nel testo del decreto in vigore dal 7 aprile, affida alla valutazione dei dati e dell’efficacia della campagna vaccinale la possibilità di concedere riaperture anticipate a bar e ristoranti, su base territoriale.

  • 01 Aprile, 2021

Bar e ristoranti chiusi per tutto aprile

Rosso o arancione, ancora per tutto il mese di aprile, e con la concreta possibilità che anche il weekend del 1 maggio dovrà sottostare allo stesso criterio prudenziale che ha visto prevalere la linea rigorista del governo Draghi. Dunque l’Italia non riapre, almeno fino al 30 aprile. E per quel che ci interessa in questa sede, in tutta la Penisola, le attività di ristorazione dovranno aspettare il mese di maggio per iniziare a parlare di ripresa, secondo modalità che è prematuro e impossibile anticipare. Nel nuovo decreto, valido a partire dal 7 aprile, però, una sorta di clausola –  inserita nel testo per mediare con le posizioni di chi chiedeva una ripartenza anticipata del Paese – introduce un appiglio cui aggrapparsi. Così recita, infatti, il comma 2 dell’articolo 1: “In ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini di cui all’articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, con particolare riferimento alle persone anziane e alle persone fragili, con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure stabilite dal provvedimento di cui al comma 1 nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 19 del 2020”.

Il comma 2 dell’articolo 1. L’importanza di dati e vaccini

In sintesi, se nelle prossime settimane un territorio – che sia regione, provincia o comune – dovesse poter dimostrare di avere dati epidemiologici sotto controllo e – non meno importante – dimostrasse di essere regola con le vaccinazioni ad anziani e categorie fragili, allora il governo potrebbe autorizzare un allentamento delle misure. Che si tradurrebbe, nei fatti, in una riapertura di bar e ristoranti nell’orario diurno, dunque a pranzo, con servizio al tavolo, perché della cena davvero si è persa ogni traccia all’orizzonte. Davvero una piccola speranza cui aggrapparsi, per un settore che – denuncia la Fipe – è al collasso, con 22mila imprese che hanno già cessato definitivamente l’attività e 243mila posti di lavoro persi, mentre gli aiuti garantiti dall’ultimo decreto sostegni non sembrano sufficienti a placare la crisi. D’altro canto, proprio nelle ultime ore, anche in Francia il presidente Macron è stato nuovamente costretto a blindare il Paese, estendendo a tutto il territorio una zona rossa che si protrarrà per le prossime quattro settimane (con coprifuoco fissato alle 19), lasciando aperte solo le scuole e prolungando l’agonia del settore della ristorazione, chiuso senza soluzione di continuità dalla fine di ottobre scorso.

La protesta di MIO Italia

In Italia, intanto, il Movimento Imprese Ospitalità MIO Italia agita vento di tempesta; l’associazione presieduta da Paolo Banchini dà appuntamento al 6 aprile a tutti quei ristoratori che decideranno di ribellarsi alle regole, riaprendo a pranzo e cena in barba alle restrizioni: “Giunti a questo punto, il ministro alla Salute ha il dovere di rivelare al Paese e al settore dell’ospitalità a tavola – che vale il 30% del Pil – quale sia il suo progetto. Il ruolo ricoperto gli impone di assumere la responsabilità della franchezza. Ha deciso di trascinare sul lastrico tutti i ristoratori italiani?”. Non sembra certo questa, come abbiamo già ribadito, la strada giusta per rianimare un settore che è però allo stremo delle forze.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE...

Corsi per Appassionati

Corsi per Professionisti

University

Master

© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati

La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

In edicola

No results available

Reset

No results available

Reset