Prosecco Doc e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg non ci stanno e si fanno sentire, attraverso i rispettivi enti di tutela, dopo il servizio dedicato al vino italiano, intitolato ‘Piccoli chimici’, andato in onda durante la trasmissione Report su Rai 3, del 17 dicembre scorso. La puntata, tra i vari temi, ha tirato in ballo sia le pratiche enologiche (lecite e illecite) utilizzate dalle aziende vinicole, sia le principali denominazioni del Veneto parlando di produttori senza scrupoli che acquistano sul mercato, soprattutto al Centro Sud, mosti e uve di bassa qualità o, addirittura, uva da tavola che costano molto meno per poter realizzare anche prodotti a denominazione, tra cui il Prosecco.
«Abbiamo dovuto constatare la confusione dei contenuti che hanno equiparato pratiche assolutamente ammesse e legali con altre, al contrario, non consentite come, ad esempio, il commercio di uva da tavola per fare il vino», ha dichiarato Elvira Bortolomiol, alla guida del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. La presidente ha stigmatizzato, in particolare, la modalità di presentazione dei contenuti: «Non crediamo abbia messo lo spettatore nelle condizioni di approfondire. Anzi ha insinuato l’idea di un settore non totalmente integro, assolutamente non rappresentativo del settore enologico italiano, fiore all’occhiello della produzione ed esportazione agroalimentare nazionale, garantito dai disciplinari di produzione sempre più serrati e attentamente osservati».
La presidente Bortolomiol riflette poi sugli effetti di servizi televisivi sulla filiera del vino: “Siamo sempre molto dispiaciuti quando gli sforzi di tutti i viticoltori italiani, che hanno il merito di conservare territori, il più delle volte eroici, vengono colpiti da affermazioni che pregiudicano il loro operato e l’immagine dei loro prodotti di qualità.
Dello stesso avviso anche il Consorzio del Prosecco Doc, guidato da Stefano Zanette. «In molti passaggi e in molte affermazioni, il servizio andato in onda presentava un uso improprio delle denominazioni citate», dall’Amarone, al Barolo, al Brunello. Inoltre, secondo i vertici dell’ente trevigiano, il successo internazionale della denominazione Prosecco induce spesso, quando si parla di vino, a «tirare in ballo il nome Prosecco anche quando si parla genericamente di spumanti».
Il polverone sollevato dalla trasmissione guidata da Sigfrido Ranucci ha già raccolto in questi giorni diverse prese di posizioni critiche per l’impostazione generale data al servizio e per i contenuti veicolati: dall’Unione italiana vini presieduta da Lamberto Frescobaldi (intervistato proprio nella puntata di Report) al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (che ha parlato di «nemico in casa», riferendosi a Ranucci), fino all’Assoenologi guidata da Riccardo Cotarella.
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