Erano affamati, stanchi, senza un soldo, perlopiù giovani. I ragazzi del Burkina Faso che si sono allontanati dall’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa due sere fa erano in cerca di cibo, hanno tentato di informarsi sul prezzo di una pizza o di un panino, girando in mezzo ai turisti con bottiglie da due litri sotto il braccio. Alcuni di loro, poi, hanno trovato riparo dal Caporeparto dei Vigili del Fuoco.
Si era preparato per raggiungere amici a cena, poi fuori casa ha trovato i giovani imploranti, “uno di loro si è messo in ginocchio chiedendo da mangiare” racconta il pompiere Antonello Di Malta. E allora niente cena, o meglio sì, ma con ospiti diversi: Antonello è rientrato in casa e insieme a sua mamma ha preparato una spaghettata per i migranti, che si sono accomodati nella veranda. Un gesto che commuove, ma non così eclatante secondo il vigile del fuoco, che ci tiene a specificare “questa cosa la stanno facendo tutti, o quasi, i lampedusani. Cerchiamo di dare una mano”. L’emergenza migranti nell’isola orma non è cosa nuova, ma il supporto degli isolani non è scontato. “Quando ti trovi davanti di notte delle persone che dicono di avere fame, cerchi di darti da fare”. Non mangiava da cinque giorni, il gruppo, “non me la sono sentita di voltare loro le spalle”.
Sono partiti da Sfax, i ragazzi del Burkina Faso, e dopo un viaggio durato quattro giorni sono arrivati a Lampedusa, “il giorno seguente con mia mamma abbiamo fatto lo stesso”: ospiti diversi, una decina di ragazzi, e di nuovo spaghetti per tutti. Una scena che si ripete con frequenza in quest’isola che si mobilita per aiutare il prossimo, persone “che hanno fame davvero. Ho visto alcuni di loro staccare i fichi d’india dalle piante e aprirli a mani nude”. Una condizione drammatica derivata dalla difficoltà di gestire l’hotspot, dove attualmente ci sono circa 4.200 presenze, una situazione “complessa, anche se gradualmente stiamo cercando di tornare alla normalità” ha commentato Francesca Basile, responsabile migrazioni della Croce Rossa Italiana. Che aggiunge: “Nonostante le criticità, abbiamo cercato di distribuire brandine e cibo a tutti”. Non è bastato, ma per fortuna il gruppo si è fermato di fronte la casa giusta.
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