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Sostenibilità

Perché l'acqua in cartone non è la soluzione per combattere la plastica

Tante le idee nate in questi ultimi mesi per ridurre il consumo di plastica usa e getta, fra cui quella dell'acqua in cartone. Ma è davvero la risposta giusta?

  • 09 Gennaio, 2020

Acqua in cartone: l’alternativa alla plastica negli Stati Uniti

L’idea arriva dagli Stati Uniti, dove il prodotto sarà immesso a breve nei circuiti commerciali, dalla grande distribuzione ai piccoli negozi di alimentari, senza dimenticare i distributori automatici. Si tratta dell’acqua in cartone, alternativa alla plastica presente in tre diversi formati: 0.50, 0.33 o 0.25 litri. Un prodotto che si propone come risposta all’annosa questione dell’inquinamento da plastica, e che comincia a essere realizzato anche in Italia.

Acqua in cartone in Italia

Ad accogliere per prima l’idea, l’azienda Fonte Margherita, che da oltre 100 anni rappresenta il più antico impianto di imbottigliamento del Veneto, ai piedi delle Piccole Dolomiti. E poi Acquainbrick, progetto nato per sensibilizzare il consumatore sulla questione ambientale, che propone confezioni molto simili a quelle generalmente utilizzate per il latte. D’altronde, in Europa, l’Italia è prima in classifica – terza in tutto il mondo – per quanto riguarda il consumo di acqua in plastica, con oltre 11 miliardi di bottiglie gettate ogni anno. Nonostante quella del rubinetto sia potabile pressoché ovunque, di buona qualità e sottoposta a rigidi controlli di analisi.

Acqua in cartone: è davvero un prodotto sostenibile?

Ma il cartone può essere la risposta al problema? Stiamo parlando di Tetra Pak, imballaggio complesso definito poliaccoppiato, ovvero costituito da più materiali: carta, alluminio e polietilene. Un packaging tutt’altro che semplice da riciclare e recuperare, proprio perché multistrato: inoltre, per quanto riguarda la raccolta, ogni comune ha la sua regola e, a seconda del luogo, deve essere gettato nella carta o nella plastica. Insomma, non proprio la soluzione ideale per rispondere all’emergenza ambientale, considerando anche le risorse impiegate per produrre un materiale simile, a cominciare dalla componente in carta.

Le alternative alla plastica

Perché, quindi, ricorrere a un imballaggio così particolare, quando le alternative alle bottiglie di plastica già esistono? Per chi non amasse il gusto dell’acqua di rubinetto, per esempio, ci sono le bottiglie in vetro (meglio ancora se con vuoto a rendere), le case dell’acqua, i punti alla spina di Naturasì, senza dimenticare, per chi abita in campagna, sorgenti e fonti, e poi le fontanelle (per trovarle c’è il sito Fontanelle.Org). Esistono anche i sistemi di filtraggio per l’acqua in grado di eliminare il calcare, da innestare direttamente sul rubinetto di casa, oppure, per chi cercasse una variante più economica, le caraffe filtranti. Il prodotto da passeggio per eccellenza, poi, è ormai diventato così popolare fra i giovani che non ha bisogno di molte presentazioni: la borraccia termica in acciaio inox non solo consente di ridurre di molto i rifiuti, ma permette di risparmiare soldi (il prezzo medio è di circa 15 euro, piccolo investimento a lungo termine, considerata la durata del prodotto), e anche di mantenere la bevanda fresca più a lungo.

a cura di Michela Becchi

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