L’immagine di Papa Francesco con un piumino bianco alla moda ha fatto il giro del mondo. Risale a marzo 2023 ed era l’ennesimo falso ad opera dell’Intelligenza artificiale, IA che torna protagonista nell’ultima enciclica Dilexit nos, il documento indirizzato dal Papa ai vescovi di tutto il mondo “Sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo” dove sottolinea la necessità, «in questo mondo liquido, di parlare nuovamente del cuore».
È in questo contesto che Papa Francesco evidenzia i limiti dell’IA: «Nell’era dell’intelligenza artificiale – scrive – non possiamo dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore. Ciò che nessun algoritmo potrà mai albergare sarà, ad esempio, quel momento dell’infanzia che si ricorda con tenerezza e che, malgrado il passare degli anni, continua a succedere in ogni angolo del pianeta. Penso all’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne. È quel momento di apprendistato culinario, a metà strada tra il gioco e l’età adulta, in cui si assume la responsabilità del lavoro per aiutare l’altro». Dopodiché il Pontefice fa altri esempi di gesti che «non potranno mai stare tra gli algoritmi», dal conservare dei vermetti in una scatola di scarpe al seccare un fiore tra le pagine di un libro.
Non si è fatta attendere la risposta dei pugliesi. «Siamo orgogliosi e felici. Sapere che il Papa conosca i panzerotti e addirittura li citi nella sua ultima enciclica, ci rende fieri», commenta Salvatore Turturo, presidente dell’Unione Cuochi Regione Puglia e dell’Associazione Cuochi Baresi, che propone un panzerotto ad hoc: «Per il Papa preparerei un panzerotto ripieno di stracciatella e pomodorini gialli, così si riprendono anche i colori della bandiera vaticana. Magari riusciamo a organizzare un panzerotto day (che già esiste, ndr) per Papa Francesco, il quale potrebbe riceverci in udienza», si augura Turturo che elogia il Pontefice «per essere vicino alla semplicità della vita di tutti noi».
Ed effettivamente, sempre nell’ultima enciclica, il Papa utilizza un’altra metafora a tema culinario: «Per carnevale, quando eravamo bambini, la nonna ci faceva delle frittelle, ed era una pasta molto sottile quella che faceva. Poi la buttava nell’olio e quella pasta si gonfiava, si gonfiava… E quando noi incominciavamo a mangiarla, era vuota. Quelle frittelle in dialetto si chiamavano “bugie”. Ed era proprio la nonna che ci spiegava il motivo: “Queste frittelle sono come le bugie, sembrano grandi, ma non hanno niente dentro, non c’è niente di vero, non c’è niente di sostanza”», spiega Bergoglio ricordando un’omelia del 2016 dal titolo esplicito: Come i biscotti della nonna.
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