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"Pandoro Ferragni? Vicenda strumentalizzata, Balocco non ha tradito i consumatori". Parla l'amministratore delegato

Alessandra Balocco, in un'intervista alla Stampa, torna sul caso Pandoro e assicura che l'azienda non ha messo in atto alcuna pratica commerciale scorretta: "La vicenda è stata oltremodo strumentalizzata"

  • 25 Luglio, 2024

«La vicenda è stata oltremodo strumentalizzata». Non usa giri di parole Alessandra Balocco, amministratore delegato del gruppo dolciario, riferendosi al caso del pandoro griffato da Chiara Ferragni che tra dicembre 2023 e gennaio 2024 è stato al centro delle cronache mediatiche. Balocco «non ha messo in atto alcuna pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori», garantisce l’ad in un’intervista alla Stampa, in cui parla anche dei ricavi dell’azienda: in questi ultimi due anni non si sono fermati, il 2023 infatti «ha visto una performance positiva per tutti i nostri prodotti, continuativi e da ricorrenza, e per tutti mercati». E le prospettive per il 2024 «sono positive».

Il caso Balocco: a che punto siamo

L’ad, subentrata nel 2022 ad Alberto Balocco, il manager che ha guidato la crescita del piccolo colosso a dimensione familiare, rimasto vittima di un fulmine che lo ha colpito, racconta alla Stampa lo stato di salute dell’azienda: «Siamo una realtà molto solida, che è cresciuta nel tempo in maniera equilibrata, puntando a non essere dipendente dal sistema finanziario. Questo ci ha sempre consentito di affrontare con serenità anche i momenti più complicati». In particolare, «alla crisi finanziaria del 2008, alla pandemia, alle due guerre, alla crisi energetica e allo choc finanziario. Abbiamo sempre potuto contare, in primis, sui nostri mezzi per continuare a investire: abbiamo ampliato la capacità produttiva, investito in immobili strumentali e in nuove tecnologie per potenziare la produzione e renderla più efficiente, abbiamo adeguato le nostre attività alle rigide prescrizioni per un’industria sostenibile».

Per quanto riguarda il pandoro Ferragni, in cui le due imprenditrici (insieme l’ex manager Fabio Maria Damato) sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di truffa aggravata, l’ad ha puntualizzato che «la vicenda è stata oltremodo strumentalizzata. Ci tengo nuovamente a sottolineare che siamo fiduciosi di riuscire a dimostrare la nostra piena buona fede. Naturalmente, rispettiamo il lavoro dei giudici che, a vario titolo, si stanno occupando della vicenda, ferma la nostra convinzione di non aver messo in atto alcuna pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori. Questo punto oggi è centrale e lavoro ogni giorno per proteggere la reputazione dell’azienda e dei suoi dipendenti e collaboratori».

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