L’euforia a Copenaghen è quasi sempre colpa del Noma. Se non è per una nuova chiusura, è per un pop-up inaspettato, un annuncio criptico o, come questa volta, un dolce. Un dolce ma firmato René Redzepi. Stavolta, l’attenzione è tutta sulla degustazione del Fastelavnsboller, il dolce tradizionale danese del Fastelavn, la festa che segna la fine dell’inverno e che per i danesi significa indulgenza in dolci ipercalorici e carichi di nostalgia. Il dolce proposto dal Noma, chiamato “Katten I Tønden”, prende il nome da un’antica tradizione del Fastelavn in cui i bambini colpivano con un bastone una botte di legno per farne uscire dolci e caramelle – un tempo, incredibilmente, persino un gatto vero. Si distingue per un ingrediente inedito: la Pumpkin Seed Praline, la prima creazione dolce di Noma Projects. Nata durante la stagione Game and Forest del 2022, questa pralina è frutto di un esperimento con il sedimento dell’olio di semi di zucca, utilizzato in un dessert a base di castagne. Da semplice sottoprodotto è diventata una crema di straordinaria complessità, che strizza l’occhio alle classiche creme spalmabili, ma con una firma decisamente nordica. A rendere ancora più particolare il suo sapore ci sono oli di pino e prezzemolo, che aggiungono una nota erbacea e balsamica, bilanciando la dolcezza e la tostatura dei semi di zucca.
Come ogni mossa del ristorante più celebrato del mondo, anche questa è studiata alla perfezione: niente prenotazioni, solo vendita diretta, e una tiratura limitata che accende il senso di esclusività. Il risultato? Un serpentone di persone in attesa che ha già fatto il giro dei social, con commenti tra l’adorante e l’ironico: “Non ho mai fatto così tanta fila per un dolce, ma è il Noma. Dovevo provarlo”, dicono sui social.
Redzepi, che con il Noma ha ridefinito il concetto stesso di cucina nordica, non è nuovo a queste operazioni: da anni il ristorante chiude regolarmente per reinventarsi, e non manca di lanciarsi in iniziative pop-up che lo mantengono al centro della scena gastronomica anche quando non è in piena attività. Questo Fastelavnsbolle, quindi, non è solo un dolce: è un messaggio. Una dichiarazione di esistenza dopo l’annuncio della chiusura del Noma come ristorante tradizionale nel 2024. Ma vale la pena fare ore di coda per un Fastelavnsbolle? Secondo chi lo ha assaggiato, sì: consistenza perfetta, equilibrio tra dolcezza e acidità, e un uso magistrale degli ingredienti. E poi, come spesso accade, il gusto dell’attesa è parte integrante del sapore.
Per chi desidera cimentarsi nella preparazione dei Fastelavnsboller a casa, ecco una ricetta tradizionale
Ingredienti:
500 ml di latte
850 g di farina
150 g di burro fuso
150 g di zucchero
50 g di lievito fresco
1 uovo
1 cucchiaino di cardamomo
1/2 cucchiaino di sale
Panna montata e zucchero a velo per guarnire
Preparazione:
Riscaldare il latte fino a renderlo tiepido e sciogliervi il lievito.
In una ciotola, mescolare farina, zucchero, cardamomo e sale.
Aggiungere il latte con il lievito, il burro fuso e l’uovo agli ingredienti secchi, impastando fino a ottenere un impasto liscio.
Lasciare lievitare l’impasto coperto per circa un’ora.
Dividere l’impasto in porzioni, farcirle a piacere (con crema, marmellata o marzapane), chiudere formando delle palline e posizionarle su una teglia.
Lasciare lievitare per altri 30 minuti.
Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 12-15 minuti, fino a doratura.
Una volta raffreddati, tagliare a metà, farcire con panna montata e spolverare con zucchero a velo.
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