Ha inaugurato domenica 31 marzo 2019 il primo esperimento di mulino di comunità a Castiglione d’Otranto, frazione di Andrano, in occasione della Festa della Terra, giornata pensata per celebrare i prodotti dell’orto e il mondo agricolo.
Un’iniziativa unica in tutta Italia, frutto di un percorso che ha intrecciato la spinta dal basso alla collaborazione istituzionale. Un progetto corale, insomma, ideato dall’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino, e che si propone di trasformare cereali di qualità e promuovere la ricca biodiversità leguminosa e cerealicola della regione. Come? In un mulino di comunità accessibile a tutti.
Mulino di comunità
Uno spazio studiato anche per “praticare la democrazia del cibo, un incentivo per l’agricoltura sana sul territorio”, hanno spiegato gli attivisti di Casa delle Agricolture, oltre a essere un “luogo di cultura e strumento di lotta allo spopolamento nelle aree rurali del Salento”. Un punto polifunzionale, luogo di produzione e lavoro, ma anche incontro, aggregazione e cultura.
L’idea nasce anni fa, e si sviluppa durante l’attività di Casa delle Agriculture che, insieme a Rete Salento Km0, nel 2016 ha lanciato una campagna di raccolta fondi per recuperare terre abbandonate e renderle di nuovo produttive. Un appello accolto con entusiasmo dai cittadini, tanto da arrivare a una donazione di ben 37mila euro, impiegati per la ristrutturazione dei locali che ospitano il mulino di comunità.
C’è stato poi l’aiuto della Regione Puglia, con 50mila euro e un emendamento approvato dal Consiglio regionale, che ha contribuito a impiegare quei fondi per l’acquisto di una parte dei macchinari necessari.
Mulino di comunità
Un progetto collettivo in tutti i sensi, quindi, pensato soprattutto per le fasce più deboli che, “per ragioni di costi, finora sono state dirottate verso l’acquisto di cibi spazzatura”. Così, “azionando la leva della prossimità e dell’educazione, riattivando risorse dormienti come le terre incolte e i vincoli di solidarietà, noi cerchiamo di praticare la democrazia alimentare”. Non solo per una ragione sociale ma anche di salute: “alla qualità hanno diritto di accedere i figli dei ricchi quanto i figli dei poveri, dei disoccupati, dei cassaintegrati, dei salariati”.
Niente compromessi, massima eguaglianza. Come ha dichiarato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, il mulino di comunità è stato concepito, infatti, come “patrimonio di tutti, anche per garantire un servizio di molitura a costi equi e sostenibili per famiglie, contadini, piccole e medie aziende”. Un servizio che aiuta anche a promuovere la coltivazione di cereali di qualità e fare luce sul mondo agroalimentare.
a cura di Michela Becchi
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