Il grande pubblico l’ha conosciuto grazie alla Prova del Cuoco, programma pioniere nello sdoganare, ormai vent’anni fa, la narrazione della cucina in tv. E lui, Beppe Bigazzi, giornalista e grande conoscitore della cultura gastronomica italiana, ne era diventato da subito un volto di riferimento, accanto ad Antonella Clerici. Ereditando idealmente il ruolo di storici narratori gastronomici, come Mario Soldati e Luigi Veronelli, con quel linguaggio semplice e l’approccio aneddotico (ma approfondito), che ben si adattava al pubblico del mezzogiorno. Originario di Terranuova Bracciolini, nella provincia aretina del Valdarno, Giuseppe Bigazzi vantava in realtà una lunga consuetudine con la materia, dapprima titolare di una rubrica gastronomica sul quotidiano Il Tempo (dal ’97 al ’99 con Luoghi di delizia), poi a più riprese coinvolto in programmi televisivi di approfondimento su tematiche alimentari (La borsa della spesa, sempre su Rai Uno, dal ’95 al 2000).
Anche se, suo malgrado, l’exploit della popolarità era arrivato con la polemica che, nel 2010, lo portò a essere escluso dalla Prova del Cuoco, a seguito di un racconto di vita legato a un proverbio della tradizione popolare, in merito al consumo di carne di gatto (Berlingaccio, chi non ha ciccia ammazza il gatto, recita il detto, avvalorato da Bigazzi in diretta tv riportando un costume diffuso tra gli anni ’30 e ’40 tra gli abitanti della Valdarno, quando, in tempi di magra, “a febbraio si mangiava il gatto anziché il coniglio”). All’epoca le dichiarazioni fecero tanto scalpore da provocare il suo allontanamento dal programma di Rai Uno; ma Bigazzi fu reintegrato in trasmissione nel 2013, nuovamente al suo posto fino a quando, a causa della lunga malattia che ha segnato i suoi ultimi anni di vita, fu costretto a ritirarsi.
Classe 1933, scompare all’età di 86 anni, dopo una vita spesa tra la passione per il mondo dell’editoria e il lavoro da dirigente d’azienda presso la Banca d’Italia ed Eni. Prima di ritirarsi a vita privata, negli ultimi anni, ha condotto su Alice il programma Bischeri e Bischerate. Tra i suoi lavori, anche diverse pubblicazioni sui temi della gastronomia e del turismo in Italia.
© Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati
La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
No results available
ResetNo results available
Reset