Si chiama Morsi ed è un nuovo podcast che parla di cibo. Lo firma la giornalista gastronomica Margo Schachter, in voce insieme al coautore Giuseppe Allegra con l’obiettivo di approfondire, ogni mese, «un tema specifico del mondo del food, della ristorazione, della cucina e dell’attualità gastronomica». Lanciato come «il Muschio selvaggio del food, il Tintoria della cucina italiana, un nuovo podcast per nulla originale che era proprio quello che mancava», approfondisce il perché mangiamo quello che mangiamo.
La prima puntata, appena uscita (la si può ascoltare sulle maggiori piattaforme podcast), si intitola Occupiamo il futuro e parla tendenze, di cosa si mangerà nei prossimi mesi e di cosa si pensava avremmo mangiato nel 2023, se infatti la scommessa sul nostro futuro alimentare è un giochino divertente, altrettanto divertente, se non di più, è la verifica sull’esito di queste scommesse. Sorta di fact checking sulle previsioni dell’anno appena archiviato, è l’esordio del podcast prodotto e distribuito da Tuorlo Media che si spinge però più in là cercando ci capire, tra carne plant based, alghe e olio di avocado, come nascono queste tendenze e se poi lo sono davvero.
Spesso le previsioni non sono altro che una presa in carico di tendenze già nate, quando non si tratta di malcelati consigli per gli acquisti. Perché quando si parla di leggere il presente e azzardare delle previsioni per il futuro, bisogna prima di ogni cosa capire in quale ambito nascono queste analisi. Si scopre che talvolta si tratta di attività commerciali che – guarda caso – hanno sui loro scaffali proprio quei cibi di cui, dicono, non si potrà più fare ameno nei prossimi mesi. Altre volte a guidare le nostre preferenze (dunque i nostri acquisti) è l’iniziativa di qualche imprenditore privato o di certe istituzioni che, attraverso campagne di comunicazione ad hoc, mirano a portare o riportare sul mercato specifici prodotti, arrivando a sfiorare fenomeni di soft power come nel caso della K colture, con la diffusione di cibo, serie tv, musica, e persino skin care coreana. Tutto sempre o quasi sempre filtrato attraverso la lente degli smartphone. Ma poi, siamo certi che quel che è virale sui social lo sia anche nella vita reale?
Tra scommesse improbabili (come l’ossessione per i datteri) la puntata scorre veloce anche con gli interventi di due ospiti: il futurologo Roberto Paura, che analizza i fenomeni macro a lungo termine, cercando di intercettare tendenze globali e proporre scenari in grado non solo di intuire il futuro ma di orientarlo – dunque di occupare il futuro, come suggerisce il titolo della puntata – distinguendo tra cambiamenti strutturali ed effimeri. Altro ospite è Marco Ambrosino, chef di Sustanza a Napoli, che mette in guardia dal confondere strategie ristorative basate su fenomeni già di successo, da interventi tecnici che riguardano il futuro alimentare e non solo ristorativo, cosa che si fa solo con una visione più ampia. A corollario di tutto, scommesse e previsioni di tanti addetti ai lavori chiamati a dire la loro con intervento spot a ritmo sostenuto. Come lo è l’intero podcast: 30 minuti di «ritmo incalzante, linguaggio fresco, un podcast free-talk che mixa interviste di ospiti del settore, chef, pasticcieri, produttori e outsider dal mondo della musica, del design, della moda».
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