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Maggio 2021 del Gambero Rosso: l’altra carne sarà il futuro delle nostre tavole?

La storia di copertina di maggio indaga nel mondo dei prodotti plant based e della carne in vitro, per ipotizzare scenari di consumo futuri. Ma si parla anche di mercati rionali di Roma, arrosticini e grandi vini.

  • 27 Aprile, 2021

L’altra carne sarà il nostro futuro?

Coglie l’interno di un futuristico laboratorio di ricerca l’illustrazione immaginata da Daniela Bracco per la copertina del numero di maggio 2021 del Gambero Rosso, in edicola dal 28 aprile. Parliamo infatti dell’altra carne, quella vegetale o in vitro, che sta disegnando un nuovo mercato di consumo, alternativo ai prodotti animali, e dunque più sostenibile, almeno in apparenza.

“Sarà questo il futuro delle nostre tavole?”, si chiede Antonella De Santis nell’indagine condotta raccogliendo i punti di vista di allevatori, nutrizionisti, antropologi, cuochi e scienziati. Il consumo di carne è oggi uno degli snodi più criticati, per questioni etiche e ambientali legate all’impatti degli allevamenti intensivi: che possibilità apre la ricerca sulle alternative vegetali? Di certo le produzioni plant based sono già riuscite a ritagliarsi una fetta di mercato appetibile, come dimostrano le grandi realtà citate tra le pagine. Ma l’articolo fa il punto anche con Coldiretti e con l’antropologo Marino Niola, oltre che con i ristoratori italiani che hanno scelto di scommettere sul genere, senza trascurare il parere degli chef.

I mercati rionali di Roma

Con Michela Becchi, invece, ci muoviamo tra i mercati rionali di Roma, sempre più orientati a catturare l’attenzione di chi li frequenta con prodotti pensati per il consumo in loco. Luoghi, dunque, non più deputati solo alla spesa quotidiana, ma veri poli gastronomici rappresentativi dell’identità cittadina e di quartiere, sul modello dei mercati europei più famosi, a cominciare da quelli spagnoli. Con le foto di Alessandro Barattelli, il racconto indugia alla ricerca dei banchi più interessanti e originali, passando dal Mercato di Testaccio alla tradizione di Campo de’ Fiori, per arrivare poi a Monteverde e all’Appio Latino, e ancora verso i mercati Nomentano, Flaminio, Trionfale ed Esquilino. Con la mappa dei mercati da scoprire in città, il focus sui farmer’s market, gli indirizzi utili e tanti suggerimenti per gli acquisti.

Storia e presente degli arrosticini

L’Abruzzo è invece la terra d’origine di una storia incentrata su una tradizione antica, legata alla transumanza: l’arrosticino nasce come cibo da viaggio, ma oggi fa tendenza, emblema di un mangiare semplice, conviviale e gustoso. Con Giovanni Angelucci (e le foto di Massimo Colombo), scopriamo che ha le sue regole, poche, ma precise, a partire dal taglio della carne fino alla scelta del carbone e all’uso della griglia. Dalle origini si passa poi ai concept moderni che ne hanno fatto un cavallo di battaglia, con gli indirizzi in Abruzzo e fuori regione per mangiare arrosticini fatti come si deve, anche grazie alla valorizzazione di cuochi e pastori che hanno scelto di tutelare questo cibo identitario.

Omaggio a Pio Boffa

Dal mondo del vino arriva un’altra storia ultrasecolare, quella della cantina Pio Cesare, 140 anni di Langa in quel di Alba, dedicati a produrre vini d’eccellenza, come il miglior Rosso dell’Anno per la guida Vini d’Italia 2021. Le parole le scrivono Marco Sabellico e Gianni Fabrizio, gli scatti sono di Andrea Ruggeri, e la degustazione che celebra la cantina piemontese vuole essere anche un omaggio a Pio Boffa, classe 1954, scomparso lo scorso 18 aprile, quando il numero che troverete in edicola era già chiuso.

Il ricettario

Il ricettario del mese, come di consueto, è ricco, con le proposte del giovane Alessandro Rapisarda, da Numana, il ritratto di chef in tre piatti di Nicola Portinari, la tradizione di Borgo Poscolle (a Cavazzo Carnico), con l’orto, l’aia e il bosco. Si continua con la classifica dei 28 yogurt per una grande colazione, risultato di una degustazione alla cieca che ha coinvolto una quarantina di prodotti, guidata da Mara Nocilla. Chiude il numero la miniguida cittadina di Verona, a cura di Valentina Marino, con gli indirizzi più golosi della città degli innamorati.

 

 

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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

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