
È capitato tutti, almeno una volta. Nei McDonald’s è un problema fin troppo comune: la voglia di McFlurry si fa sentire ma niente da fare. La macchina è guasta. Di nuovo. Ma perché si rompono così frequentemente?
Qualche anno fa sui social gli utenti hanno iniziato persino a inventare teorie complottiste sul McFlurry-Gate, ma la verità è molto più banale: le macchine, semplicemente, sono state progettate male fin dall’inizio. Tanto da divenire anche oggetto di inchieste giornalistiche (ne hanno parlato, tra le diverse testate, la CBS News, il Daily Mail, il Wall Street Journal) che hanno svelato l’arcano: non c’è alcun segreto, solo tanti e tanti interventi di manutenzione continui. E un fornitore di macchinari che sembra non voler semplificare le cose.
Un problema non da poco, per un colosso internazionale come McDonald’s. Secondo un sondaggio condotto dalla società di ricerca Technomic Inc. nel 2021, le macchine da soft serve (così si chiama il gelato alla spina tipicamente americano) rappresentano circa il 60% delle vendite di dessert della catena negli Stati Uniti. Gli stessi impiegati dei punti vendita si sono più volte lamentati del fatto che le macchine sono piuttosto difficili da aggiustare e richiedono un ciclo notturno automatizzato di pulizia termica per distruggere i batteri. Un ciclo che può fallire, rendendo così le macchine inutilizzabili.
Sempre nel 2021, la Federal Trade Commission, agenzia governativa a tutela dei consumatori, ha inviato delle lettere a diversi proprietari di punti vendita McDonald’s per capire quanto spesso si rompessero le macchine e se i dipendenti fossero autorizzati o meno a ripararle. A produrle è la Taylor Company, e solo i tecnici certificati dell’azienda possono mettere mano sui macchinari. A luglio 2021 la Federal Trade Commission ha adottato una piattaforma per il diritto alla riparazione e ha promesso di indagare sulle aziende per possibili violazioni delle leggi antitrust e anticoncorrenziali.
Nel frattempo, era nata una società chiamata Kytch, che aveva inventato un dispositivo per consentire ai proprietari delle catene di riparare autonomamente i guasti. Mc Donald’s non ha gradito e ha inviato una mail ai diversi proprietari dei punti vendita per interrompere l’utilizzo di Kytch, perché rappresentava un potenziale pericolo per la sicurezza del personale. Distruggendo così i volumi dell’azienda, che proprio grazie alla famosa catena di fast food aveva iniziato a ingranare bene. Nell’estate 2023, gli imprenditori di Kytch hanno portato alla luce delle prove che, secondo loro, dimostravano che il produttore di macchine Taylor avesse contribuito a inviare quella mail che ha segnato il triste destino dell’azienda.
La motivazione della sicurezza dei dipendenti, in effetti, non è molto convincente. La Kytch, inoltre, sostiene che i dispositivi avessero ricevuto la certificazione da Underwriters Laboratory, organizzazione no profit indipendente per la sicurezza dei prodotti. Insomma, sembra che la Taylor abbia convinto McDonald’s a usare la scusa della sicurezza per eliminare ogni forma di concorrenza.
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