Riccardo De Pra da ora utilizzerà agnelli francesi nel suo ristorante Dolada 1921 ad Alpago, in provincia di Belluno. Ad annunciarlo è lo stesso chef e allevatore tramite un post su Instagram che mostra un gruppo di pecore e agnelli sbranati: «Dopo questo ennesimo episodio termina l’attività di allevamento della “razza Alpago”, presidio Slow Food, nell’azienda agricola Doladino».
Secondo De Pra, chef da una stella Michelin e titolare dell’azienda agricola Doladino, si tratterebbe dell’ennesimo attacco da parte di un lupo ai danni degli ultimi animali del suo gregge. Un fatto che ha spinto lo chef a interrompere l’allevamento della “razza Alpago”, che De Pra utilizzava anche nel suo ristorante: «La frustrazione di veder proseguire questo scempio, senza nessuna azione da parte degli enti preposti, è troppo grande». Al posto dell’agnello Alpago nella cucina del ristorante si utilizzerà l’agnello francese “manex tête noire”.
Per motivare la scelta della soluzione francese De Pra lancia anche una provocazione: «Per ricordare agli allevatori locali che se questi fatti succedessero in Francia, gli allevatori francesi porterebbero i loro greggi a pascolare/protestare sull’autostrada che portano verso Milano Cortina2026 e non resterebbero a belare su Facebook come delle pecore intimorite».
Gli allevatori locali sono rimasti sorpresi dalla decisione di De Pra, come spiega Zaccaria Tona, responsabile della cooperativa Fardjma dell’Alpago: «Non discutiamo le scelte che può fare, nell’ambito della propria responsabilità e libertà, ciascun allevatore, ma di sicuro noi soci della cooperativa non vogliamo darla vinta ai lupi. E neppure a coloro che poco o nulla fanno per proteggerci. Andiamo avanti, ciascuno con le protezioni che può darsi». Tona ha spiegato di aver perso 700 capi negli ultimi anni e di poter contare ancora su 2500 tra pecore e agnelli. A preoccupare Tona, però, è soprattutto il fatto che le pecore avrebbero subito un calo di fecondità dal 95 al 65%: «E questo perché le bestie sono stressate dai ripetuti assalti dei lupi, anche quando questi vengono fermati dai recinti o dai cani».
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