“Lo stop della Russia all’accordo Onu per l’export alimentare dell’Ucraina, i raid che hanno distrutto 60 mila tonnellate di grano e il crollo della produzione fino al -60% per gli effetti del clima, rischiano di scatenare uno tsunami che si riverserà direttamente sulle tasche delle famiglie” – dichiara Furio Truzzi, presidente dell’Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici, nata nel 1982 per tutelare e promuovere i diritti fondamentali dei consumatori. “Un nucleo di 4 persone spende in media in Italia 1.320 euro annui per pane e cereali (pasta, riso, gallette, crackers e derivati vari): un aumento dei prezzi al dettaglio del 10% per i prodotti derivati dal grano determinerebbe una maggiore spesa da +132 euro annui a famiglia solo per costi diretti”.
Oggi la pasta costa in media 2,09 euro al kg, che diventerebbero 2,29 euro, mentre il pane passerebbe dai 3,90 euro al kg a 4,30 euro, al momento dei rincari. Pescara è in cima alla lista del rincaro, con 2,50 euro al kg, seguita da Cagliari, Genova e Macerata (2,37). Roma si attesta a 2,25 euro/kg e Milano a 2,06 euro/kg. Notizie migliori in Campania, con Napoli dove si rimane su 1,85 euro, a Palermo (1,49), Benevento (1,48) e Cosenza (1,47), la meno cara della Penisola.
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