A San Francisco e nella Baia californiana, i ristoranti hanno ripreso servizio il 30 settembre, con capienza limitata al 25%, e mai oltre le cento persone. Ma a Napa Valley, nella regione vinicola famosa in tutto il mondo, c’è un ristorante che non riaprirà. Non al momento, non come tutti erano abituati a conoscerlo. Mentre Gli Stati Uniti continuano a combattere, con esiti altalenanti, l’emergenza sanitaria, la California sconta una delle peggiori stagioni di incendi registrate negli ultimi anni. Il più violento focolaio di un dramma che si ripete da settimane nelle regioni di Napa e Sonoma – entrambe conosciute per l’alta concentrazione di cantine e aziende vinicole – è stato ribattezzato The Glass Incident Fire. Scoppiato nella mattinata del 27 settembre nella zona di Deer Park e propagatosi rapidamente col favore di forti venti, l’incendio sta ancora mettendo a dura prova le forze intervenute per domarlo (sarà ancora attivo per diversi giorni, se non addirittura per un paio di settimane, spiega l’ultimo bollettino dei vigili del fuoco, in previsione di condizioni climatiche ancora molto secche e roventi: il data 30 settembre si era appena al 2% di contenimento dell’incendio), costringendo la comunità a ripetute evacuazioni, e lasciando dietro di sé distruzione e danni ingenti.
Un edificio in fiamme a Napa
Il caso più celebre, e scioccante, coinvolge una delle insegne più prestigiose della California e d’America, il tristellato Meadowood di Napa Valley – conosciuto anche come TRAM – completamente distrutto dalle fiamme. Il 28 settembre, una foto scattata dal reporter Adam Housley documentava lo strazio di un dramma senza via d’uscita, con il fuoco vivo che aveva ormai avvolto l’intero edificio (fortunatamente senza causare vittime), punta di diamante del St.Helena’s Meadowood Resort. Il ristorante, guidato dallo chef Christopher Kostow negli ultimi dieci anni, sarà ricostruito, nonostante lo shock. E numerosi sono arrivati gli attestati di stima e solidarietà degli addetti ai lavori, da Daniel Patterson (poche scioccate parole: “Così terribile, così impensabile”) a Dominique Crenn, che approfitta per richiamare l’attenzione sull’emergenza climatica: “Svegliamoci! Il cambiamento climatico è reale, il mondo sta bruciando, abbiamo bisogno di leader che ne prendano coscienza”.
Foto di Kent Nishimura (Los Angeles Time)
L’appello della chef francese di stanza a San Francisco è quanto mai opportuno anche considerando quanto estesa sia la devastazione che ha colpito l’area e chi ci vive. Limitando il computo dei danni ai solo settori vinicolo e ricettivo, il Glass Fire ha coinvolto aziende vinicole, ristoranti, cantine, strutture di ospitalità e poli di degustazione di un’area a forte vocazione turistica, mettendo a rischio anche la produzione vinicola.
Sono almeno 19, al momento, le realtà interessate, distrutte o parzialmente danneggiate dalle fiamme (ma la conta sale a 114, considerando tutti gli edifici travolti dall’incendio, a prescindere dalla destinazione d’uso). L’emergenza, inoltre, ha già portato all’evacuazione di 70mila persone, e bruciato oltre 400 ettari di vigneti – soprattutto nell’area compresa tra St.Helena e Calistoga – nel periodo di vendemmia di Napa, dove convivono 475 aziende vinicole (di queste, più di 60 si trovano nell’area del focolaio).
Tra le perdite più ingenti segnalate ci sono le 120mila bottiglie custodite nella cantina del Castello di Amorosa, per un valore di 5 milioni di dollari, ma sono molte le foto che mostrano intere strutture distrutte, com’è capitato alla celebre cantina Chateau Boswell (Eater San Francisco riporta aggiornamenti in tempo reale).
a cura di Livia Montagnoli
foto di apertura di Adam Housley
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