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il caso Pedretti

"I social possono rovinarti la vita, ricevo ancora lettere di insulti": parla Ida Germano, la ristoratrice dello scontrino con la pasta al pesto

La titolare dell'Osteria del Cavolo di Finale Ligure la scorsa estate era stata attaccata per uno scontrino condiviso sui social. Sul caso Pedretti dice: "Una storia terribile, a prescindere da quale sia la verità"

  • 15 Gennaio, 2024

«Il web può distruggere la vita delle persone, ancora oggi ricevo lettere piene di insulti. Ho avuto paura». Sono passati cinque mesi da quando Ida Germano, titolare dell’Osteria del Cavolo di Finale Ligure, fu travolta da insulti per aver fatto pagare due euro in più per un piattino da usare per far assaggiare delle trofie a una bambina. Lo scontrino incriminato era stato fotografato e inviato a Selvaggia Lucarelli, che l’aveva condiviso sui suoi social. Quella foto è diventata subito virale e ha scatenato anche numerosi hater che hanno iniziato a pubblicare recensioni negative su Tripadvisor, con insulti e attacchi che hanno colpito anche un’omonima e incolpevole osteria di Monza. 

Come si è sentita in quel periodo? 

«Non me l’aspettavo. Sono stata travolta dagli attacchi, non solo sui social. Hanno iniziato anche a chiamarmi al telefono per offendermi e minacciarmi e a inviarmi lettere piene di insulti, l’ultima è arrivata quindici giorni fa. Una volta, mentre stavo camminando per strada, un uomo mi ha riconosciuta e ha abbassato il finestrino per insultarmi. Ho avuto paura che qualcuno venisse direttamente nel ristorante per offendermi. È stato un periodo difficile, ma l’ho superato, anche concentrandomi sul lato positivo della situazione: i tanti messaggi di solidarietà che mi sono arrivati».

Ha letto quello che è successo a Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria Le Vignole?

«Sì e mi dispiace molto. Onestamente non so se quella recensione era davvero autentica o se si trattava di un fake, leggendola sono rimasta sorpresa dal fatto che ci fossero davvero persone che non vogliono sedere accanto ad altre perché omosessuali. Ma, soprattutto, non conosco né la storia né il carattere di questa donna, quindi non me la sento di fare alcun commento. Quello che posso dire è che si tratta di una storia terribile, sono molto dispiaciuta per lei e per la sua famiglia. Il web e i social possono essere pericolosi, bisogna ricordarlo sempre».

Lei ora come sta?

«Bene, ho superato il momento più critico, ora le telefonate di offese si sono ridotte, così come anche le lettere. Le riconosco e le cestino senza neanche leggerle. Ma non tutti reagiamo allo stesso modo, ecco perché è importante pensare sempre prima di pubblicare qualcosa online: se un piatto, un conto o qualsiasi altra cosa non convince io preferisco sempre che mi venga detto a voce, così ho modo di spiegarmi. Piuttosto che vedere il cliente andar con il sorriso e poi leggere la sua recensione negativa il giorno dopo su Tripadvisor».

Le recensioni vanno evitate? 

«No, anzi, possono essere molto utili per noi ristoratori, purché siano vere e non dettate dalla voglia di vendicarsi di chissà cosa. Ho letto pareri negativi sul mio ristorante datate a un periodo in cui eravamo chiusi per ferie. Che senso hanno, se non quello di svalutare il lavoro degli altri? ».

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