Le conseguenze della grande ondata di calore che sta attraversando l’Italia si fanno sentire anche nel mondo dei fast food. In particolare, in Puglia dove i dipendenti di due McDonald’s di Bari e Casamassima hanno scioperato per protestare contro “l’assenza di un impianto di condizionamento adeguato”. Secondo i sindacati i lavoratori sono alle prese con “temperature allucinanti” e McDonald’s è corsa ai ripari, ma la soluzione non ha fermato le mobilitazioni.
Sono circa 140 i dipendenti dei McDonald’s in difficoltà per le temperature elevatissime e costretti a operare, per ore, a contatto con friggitrici e altri macchinari simili Filcams Cgil e Cgil metropolitana e provinciale di Bari hanno indetto lo sciopero chiedendo “con urgenza la chiusura al pubblico nelle giornate da bollino rosso e il relativo ricorso alla cassa integrazione per lavoratrici e lavoratori così come previsto dalle ultime disposizioni Inps fino a quando non sia possibile in intervento tecnico risolutivo”.
A spiegare le ragioni dei lavoratori è stato Domenico Ficco, segretario Cgil Bari: “Si sono registrati diversi casi di malori tra il personale che lavora con temperature allucinanti – spiegano Ficco e Antonio Miccoli, segretario generale Filcams Cgil Bari – e anche quando si è tentato di aggiungere dei condizionatori portatili l’impianto elettrico non ha retto. La categoria denuncia da anni la mancanza di un sistema di aria condizionata adeguato nei ristoranti e soprattutto nelle cucine”. Lo sciopero, che è stato portato avanti dai lavoratori delle aziende Rm e Hb, esercenti marchio McDonald’s, ha portato subito a risultati concreti: il ristorante di Bari è stato chiuso temporaneamente, mentre quello di Casamassima è rimasto aperto solo per i servizi McDrive e McDelivery.
In una nota ufficiale, McDonald’s ha fatto sapere che “i condizionatori di Bari Sparano e Bari Casamassima sono effettivamente malfunzionanti. Il licenziatario che gestisce i due ristoranti desidera precisare che la manutenzione ordinaria degli impianti di condizionamento è stata effettuata di recente, nel rispetto dei protocolli interni e a norma di legge, come avviene in tutti i ristoranti McDonald’s in Italia”. Questo non è bastato a far chiudere anche il locale di Casamassima: “In questo ristorante il problema agli impianti è più limitato e, attraverso il posizionamento di ulteriori unità mobili di condizionamento e con la chiusura delle porte di ingresso al locale, la temperatura interna rimane sotto controllo e compatibile al lavoro in sicurezza”. Una soluzione che non convince i lavoratori che, per questo motivo, proseguono con le loro mobilitazioni.
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