Risale a domenica sera l’incidente che è costato la vita a Giacomo Chiapparini, titolare dell’omonima azienda agricola nel bergamasco, travolto dal crollo degli scaffali che ospitavano migliaia di forme di Grana Padano. Restano da capire le cause del cedimento. Fino a ora ecco cosa sappiamo di questo tragico avvenimento.
Il titolare dell’omonima azienda agricola a Romano di Lombardia, vittima del tragico incidente, si chiamava Giacomo Chiapparini, aveva 74 anni. Allevatore conosciutissimo in pianura, si era fatto da solo, costruendo da zero la sua azienda agricola nel 2006, dove oggi si mungono mediamente 270 quintali di latte per produrre 50 forme di Grana Padano al giorno, poi commercializzate nello spaccio interno. Lascia moglie, figli e nipoti.
Al momento del crollo, Chiapparini era entrato da solo nella zona stagionatura del caseificio, a quanto risulta per controllare il robot che gira e pulisce in automatico le forme. Questo macchinario assicura che che forme stagionino correttamente. L’incidente è avvenuto poco prima delle ore 21 di domenica 6 agosto. Una scaffalatura avrebbe ceduto, per cause che dovranno essere accertate, portando al crollo di tutte le altre.
Le prime notizie riportano siano crollate dagli scaffali circa 25mila forme, il Corriere della Sera di Bergamo riferisce invece che probabilmente sono 15mila. Oltre alla terribile perdita di una vita, anche un immane danno. Il magazzino per la stagionatura interamente dedicato alla conservazione delle forme, che ne tappezzano le pareti in tutta la loro larghezza e altezza, ha 10 corridoi e su ognuno sono disposte sugli scaffali alti decine di metri 1600 forme. Una forma stagionata di Grana Padano pesa all’incirca 40 Kg.
Le squadre dei vigili del fuoco di Bergamo, Treviglio, Romano di Lombardia e Dalmine, intervenute nelle prime ore con 20 unità, hanno lavorato per tutta la notte con i soccorritori del 118 e le unità cinofile, perlustrando un’area di circa duemila metri quadrati.
Alle ore 8:45 della mattina seguente, il corpo di Chiapparini è stato trovato senza vita a una dozzina di metri dal macchinario che probabilmente stava azionando al momento del crollo.
Da capire la causa del cedimento dei primi scaffali che ha innescato il micidiale “effetto domino”. Si ipotizza un guasto al sistema che gira le forme e che il titolare del caseificio stava utilizzando. La caduta di un primo scaffale potrebbe aver causato l’abbattimento di molte o tutte le altre, e l’uomo è stato travolto senza avere scampo. Della ricostruzione dell’incidente si stanno occupando i Carabinieri della compagnia di Treviglio e i tecnici dell’Ats.
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