L’Agenzia per la salute animale e vegetale del Regno Unito e il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali hanno concesso alla startup Meatly, con sede a Londra, l’approvazione per la produzione di cibo per animali domestici coltivato in laboratorio, descrivendo l’autorizzazione come un “enorme balzo in avanti per l’industria della carne coltivata”. D’altronde che il Regno Unito avesse messo il turbo sulla ricerca sui nuovi cibi era un fatto noto grazie ai tanti investimenti nell’ultimo anno come quello della banca cellulare e i 2 miliardi di sterline messi in campo dal governo per la ricerca.
Meatly prevede di lanciare quest’anno campioni commerciali del suo primo prodotto alimentare per animali domestici ricavato da cellule di pollo, prima di concentrarsi sulla riduzione dei costi e sul passaggio a volumi di produzione industriale entro i prossimi tre anni. «I padroni di animali domestici chiedono a gran voce un modo migliore per nutrire i loro cani e gatti con la carne», ha dichiarato Owen Ensor, amministratore delegato di Meatly, aggiungendo che il cibo per animali coltivato dall’azienda permetterà loro di farlo «in un modo più rispettoso del nostro pianeta e degli altri animali».
Il prodotto che Meatly ha messo a punto è il pollo coltivato che si ottiene prelevando un piccolo campione da un uovo di gallina, coltivandolo con vitamine e aminoacidi in laboratorio, quindi facendo crescere le cellule in un contenitore simile a quello in cui viene fatta fermentare la birra. Ciò che si ottiene è una pasta simile a un paté. Un prodotto che andrebbe a migliorare l’impatto ambientale del cibo per animali. La produzione di carne coltivata in laboratorio è in genere molto costosa e richiede molto tempo, ma gli sforzi per affrontare questi problemi sono stati alimentati dalle crescenti preoccupazioni sull’impatto ambientale dell’allevamento del bestiame, con ricerche che suggeriscono che la sola industria del pet food ha un impatto sul clima simile a quello del Mozambico o delle Filippine.
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