Non solo un pane dietetico ma anche con elevato valore aggiunto grazie all’utilizzo di proteine e molecole benefiche ricavate dagli scarti dell’industria agroalimentare. È l’obiettivo del progetto Provide, che punta a sviluppare prodotti da forno innovativi e che conta su un finanziamento di circa un milione di euro e la partecipazione di un consorzio di sei partner internazionali, tra cui Enea. “Pane, pizza, biscotti e molti altri prodotti da forno sono tra gli alimenti più comuni e convenienti da consumare in luoghi, tempi e condizioni diverse. E ora, grazie a questo progetto, avranno tra i loro ingredienti nuove fonti proteiche e molecole dalla funzione nutrizionale e nutraceutica per rispondere alla crescente domanda di una dieta diversificata, sana e sicura”, spiega Claudia Zoani, ricercatrice Enea della Divisione Biotecnologie e agroindustria e referente del progetto. “Queste molecole possono essere estratte direttamente dai sottoprodotti di altre filiere agroalimentari. In questo modo, saremo in grado di promuovere concretamente la sostenibilità e la circolarità delle produzioni e ridurre gli scarti, garantendo qualità e sicurezza dei nuovi prodotti”. Si ottiene così una maggiore disponibilità di ingredienti fondamentali, che possono migliorare la salute e il benessere dei consumatori, con conseguente aumento di nutrienti essenziali e composti bioattivi nella dieta, o di sostanze che possono migliorare il gusto del cibo.
Da 100 chili di latte vaccino l’industria casearia ricava in media circa 10 chili in formaggio. Quello che resta – ovvero il 90% della materia prima di partenza – è siero di latte, un prodotto ricchissimo di proteine. I ricercatori del progetto Provide sono al lavoro su nuovi ingredienti sani e sicuri come fibre provenienti dagli scarti lattiero-caseari (una produzione annua che si aggira intorno ai 180-190 milioni di tonnellate) ma anche da semi oleaginosi e cereali residui dalla fermentazione della birra. Da questi scarti spesso sottoutilizzati, o addirittura buttati, si estraggono parti solido-liquide, si portano poi in acqua le sostanze che si vogliono concentrare, in particolar modo le proteine, e attraverso dei processi di filtrazione a membrana, si ottiene una polvere che diventa l’ingrediente per il prodotto da forno. Nessun processo chimico, quindi, ma solo tecnologia a basso impatto ambientale.
Ad aderire al progetto c’è anche l’azienda pugliese Valle Fiorita, specializzata nella produzione di prodotti da forno che da più di venticinque anni è impegnata nella produzione di cibo etico. “Abbiamo deciso di aderire al progetto,” commenta Andrea Minisci, R&D Manager “perché crediamo che l’innovazione in ambito food, possa passare anche dal concetto di economia circolare e quindi il riutilizzo dei sottoprodotti dell’agroindustria che possono costituire, se abbinati ovviamente a determinati processi biotecnologici, un prezioso aiuto e soprattutto un ingrediente molto importante per fortificare i nostri prodotti da forno o qualsiasi altro prodotto dell’industria alimentare.”
Le origini dell’impiego del latte e i suoi derivati nel pane sono molto antiche, come, del resto lo è l’arte della panificazione. Nell’impasto del pane, l’acqua infatti può essere sostituita o abbinata al latte, al kefir o allo yogurt, per dare al pane una consistenza più soffice o umida. Il latte e lo yogurt contribuiscono inoltre un’utile parte di grasso che aiuta a renderlo, se possibile, più friabile, e croccante.
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