Ottantadue firme e dieci punti per provare e definire il valore del pane e del lavoro artigianale che c’è dietro. I Pau hanno chiuso a Bologna, lo scorso 18 ottobre, il Manifesto dei Panificatori Agricoli Urbani, un manipolo di visionari panificatori, motore propulsivo di quella rivoluzione nel mondo dell’arte bianca che sta ridando valore, dignità e qualità incredibile al pane, a partire dalla terra e dal grano. Dopo più di un anno di lavoro, arriva una delle più belle dichiarazioni d’amore che siano mai state fatte al pane e alla filiera agricola, alla sostenibilità e al valore reale dell’artigianato. Con parole pesate in ogni sfumatura, che restituiscono un’immagine chiara e definita degli obbiettivi che si pone il gruppo, oltre che delle visioni e dei valori.
Sono partiti da un testo base figlio di un brainstorming che ha coinvolto Davide Longoni (Panificio Davide Longoni), Giovanni Mineo (Crosta), Matteo Piffer (Panificio Moderno) e Pasquale Polito (Forno Brisa). E grazie a incontri, scambi e condivisioni e al lavoro attento del coordinatore dei lavori – il giornalista Luca Martinelli – oggi regalano al mondo del pane, dieci (e non solo) profonde riflessioni.
E forse, per la prima volta, troverete la lista completa, nome per nome, dei Pau che dal 2018 lavorano insieme, in una rete aperta e virtuosa di scambio di energie e che oggi firmano il Manifesto. Una rete che sin dall’inizio si è proposta come un’opportunità per dei professionisti di cooperare in maniera aperta, come la possibilità di mettere insieme esperienze e saperi e farne uso e risorsa comune, senza limiti. “Credo che questo Manifesto” sottolinea Matteo Piffer del Panificio Moderno di Isera (TN), portavoce dei PAU “dia un’indicazione chiara della volontà e del desiderio dei Panificatori Agricoli Urbani: fare il Pane è il nostro modo per prenderci cura della fertilità del suolo, per coltivare relazioni sincere e per esprimere il nostro senso di responsabilità verso il prossimo”.
Un manifesto che vuole essere il punto di partenza di un lavoro che non ha nessuna intenzione di fermarsi, garantiscono i Pau. Niente di statico o dogmatico, dieci punti che vogliono arrivare come un abbraccio in ogni laboratorio che vorrà leggerli e condividerli, a chiunque avrà voglia o sentirà il bisogno, al prossimo incontro, di sedersi nel cerchio e concorrere alla crescita collettiva.
Si parte dalla terra, si racconta il ruolo del panificatore moderno, si ribadisce l’importanza della cultura e del racconto del processo. Si ripercorrono tutti gli anelli della filiera, sempre a sottolineare il legame con l’agricoltura. Eppure, non si legge alcun riferimento alle coltivazioni biologiche e biodinamiche come scelta di campo. È un ampliamento che ci aspettiamo, magari quando il mondo agricolo sarà pronto ad accoglierlo in termini di sostenibilità economica. Oggi i confini sarebbero stati troppo stretti.
a cura di Sara Bonamini
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