Qualcuno già lo saluta come un inno alla buona merenda, manifesto da sbandierare con forza contro il dilagare delle cattive abitudini alimentari. Certo è che, in tempi di balzelli indigesti (ma la sugar tax prevista dalla manovra 2020, a nostro avviso, non deve far gridare allo scandalo, e anzi, è necessaria, oltre che al passo con le normative vigenti nel resto del mondo), i suggerimenti raccolti dall’Unione Italiana Food in collaborazione con l’Istituto Bambino Gesù di Roma arrivano come manna dal cielo. Il cosiddetto manifesto della merenda parte da 8 parole chiave per stilare un planning settimanale a prova di fame per bambini di ogni fascia d’età – 4-6, 7-11, 12-14, 15-17 anni – coprendo dunque anche il periodo dell’adolescenza, ma soprattutto i primi anni di vita, quando spetta prima di tutto ai genitori il compito di educare i propri figli al gusto e al piacere del cibo, perché crescendo possano essere consumatori curiosi, consapevoli e in salute (a tal proposito, a Bologna è nata la curiosa iniziativa Zitto e mangia).
Le 8 parole per riconoscere la merenda perfetta? Quotidiana, adeguata, moderata, saziante, varia, serena, dolce, salata. Nulla di esoterico, a patto di metterci la buona volontà per inventare sempre nuove sfiziose soluzioni. Proprio per questo, l’Istituto ha realizzato un menu settimanale di merende che suggerisce 56 diverse alternative da cui prendere spunto, includendo tutti gli alimenti di cui un bambino ha bisogno in fase di crescita, dalla frutta (fresca e secca) al pane, dallo yogurt ai dolci fatti in casa (o confezionati), a gelati, frullati e verdura. Con un ruolo centrale attribuito alla frutta, da consumare almeno una volta al giorno, ma senza demonizzazioni di sorta: anche le famigerate merendine sono ammesse nella dieta settimanale, purché il consumo sia moderato e bilanciato con gli altri prodotti proposti (la qualità di quelle proposte dall’industria dolciaria italiana è migliorata, spiegano gli esperti, ma non bisogna dimenticare che il manifesto nasce per iniziativa di Unione Italiana Food, che riunisce molte delle aziende in ballo). E questo perché, soprattutto per far apprezzare il cibo a un bambino, è indispensabile che consumare un pasto, anche per un veloce break, sia un momento di gratificazione e appagamento. Lo spiegano bene le parole serena e saziante: la merenda è importante, non bisogna saltarla, per non arrivare troppo affamati al pasto successivo; ed è bene consumarla in un momento di relax, in compagnia di amici o familiari.
Tra le istruzioni per l’uso, la più importante è proprio quella che riguarda la quotidianità di una buona abitudine: un bambino dovrebbe fare merenda due volte al giorno, a metà mattina e nel pomeriggio, come pausa tra le lezioni o dalle attività sportive. Mentre in aiuto all’esigenza di variare, arriva l’alternanza dolce e salato: oltre alla classica fetta di torta, dunque, ben vengano idee originali che agevolano anche il consumo di verdura, dalla torta rustica ripiena alla rucola nel panino col prosciutto, alla più elaborata pizza bianca con hummus di ceci e pomodori, che è una delle ricette bilanciate proposte nel planning. Chiaramente, l’apporto energetico dovrà essere commisurato al fabbisogno stimato per fasce d’età: un bambino di 6 anni necessita di circa 150 kcal, mentre la merenda di un adolescente tra i 15 e i 17 anni dovrebbe fornirgli circa 285 kcal. Il menu settimanale è consultabile online sul sito www.merendineitaliane.it (ma qualche suggerimento per preparare una buona merenda ve lo diamo anche noi), e potrà rivelarsi utile per contrastare patologie alimentari come il sovrappeso e l’obesità infantile, fortunatamente in diminuzione in Italia negli ultimi dieci anni, ma comunque ancora all’ordine del giorno: nel nostro Paese, il 21% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso, mentre il 9% risulta obeso (per i dati internazionali viene in soccorso l’ultimo report dell’Unicef).
a cura di Livia Montagnoli
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