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Fuori salone

Il locale storico di Verona dove gli amanti del vino si incontrano dopo Vinitaly (e fanno la fila per entrarci)

Un'insegna dalla storia lunga cinque secoli, oggi nelle mani delle Famiglie dell'Amarone, che l'hanno trasformata in un luogo vibrante che nei giorni di fiera diventa un piacevole subbuglio

  • 07 Aprile, 2025

Il paradosso del Vinitaly è che si beve soprattutto fuori da esso. La sera, quando le tensioni della fiera – che quest’anno saranno particolarmente lancinanti vista la situazione del vino – si ammorbidiscono e ci si ritrova nel bar e nei ristoranti della città. Uno dei templi del fuori salone alcolico è certamente l’Antica Bottega del Vino al numero 3 di vicolo Scudo di Francia, a due passi da piazza Erbe e dall’Arena, nel centro che più centro non c’è.

Una storia di cinque secoli

Ma non è solo la collocazione il punto forte di questo locale che è un luogo storico per i veronesi amanti del vino, che affonda le sue radici addirittura nel Cinquecento: all’epoca della Repubblica di Venezia si chiamava Osteria Lo Scudo di Francia, poi divenne Osteria Biedermeier durante la dominazione austro-ungarica e quindi divenne Spaccio Vini Cantina Sociale quando, nella prima metà del Novecento, spacciava soprattutto vini di Soave. Ma le vicissitudini non erano terminate.

Folla fuori Antica Bottega del Vino durante un Vinitaly

Nel 1957 il locale fu acquisito dalla famiglia Rizzo-Grigolo che ne fece un ristorante, poi passò ai Pascucci-Barzan. Fu salvato dal degrado qualche anno fa dalle Famiglie storiche dell’Amarone, che lo rilevarono per farne un luogo di ritrovo che sia certo un punto di riferimento per gli amanti del grande vino veronese, ma anche un luogo dove bere grandi vini da ogni parte del mondo, custoditi in ogni angolo degli affascinati sotterranei, che valgono al’Antica Bottega del Vino (inserito nel novero dei Locali storici d’Italia) il Wine Spectator Grand Award ogni anno da vent’anni come una delle cento cantine più affascinanti del mondo. Motivo per cui vale la pena ricordare le dodici cantine che fanno parte delle Famiglie storiche dell’Amarone in ossequioso ordine alfabatico: Allegrini, Begali, Bertani, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti e Zenato.

Il personale schierato durante il Vinitaly 2024

Ecco cosa si mangia

Oggi l’Antica Bottega del Vino (che dal prossimo inverno 2025/26 avrà anche una dépendance “olimpica” a Cortina d’Ampezzo) è un locale vivo, sempre pieno di amanti del vino che qui vengono a bersi un calice, magari restando in piedi nel vicolo a fare una moderata baldoria, che durante il Vinitaly perde in realtà ogni moderazione.

Chi vuole può anche sedersi all’interno e godersi la cucina onesta e piacevole dello chef Luca Dalla Via, che ha creato un menu senza fronzoli ma di grande sostanza, con materie prime di alta qualità e un filo di fantasia. Se avrete la pazienza e la fortuna di conquistare un tavolo durante l’altissima stagione della più grande fiera italiana del vino, potrete condividere coi vostri commensali un bel po’ di antipasti, tra i quali la citazione va certamente all’Insalata tiepida di gallina in agrodolce con capperi e pinoli, poi un passo indietro la Testina di vitello gratinata con senape e fagiolini, le gigantesche Lumache alla bourguignonne, carnose e con meno aglio rispetto alla versione francese, i Calamaretti spillo fritti con lime e jalapeno. Tra i primi i Bigoli con acciughe, burrata e pane tostato all’aglio, i Ravioli ripieni di ossobuco con zafferano e limone, l’inevitabile Risotto all’Amarone. Tra i secondi lo Stinchetto di maialino al forno con tamaro e cipolle al sale e la monumentale Bistecca della Bottega all’osso con patate chips. Tra i dolci il Tiramisù Bottega, la Pavlova con frutta fresca di stagione e la Torta russa di Verona con crema al caffè.

Il regno di Nicolis e Isoli

Naturalmente qui il cibo conta ma mai quanto il vino. E già che si beve grandiosamente, ci sono quasi 5mila etichette e quasi 20mila bottiglie, naturalmente non solo dalla Valpolicella. Un repertorio immenso dal quale il giovane sommelier Simone Isoli pesca disinvoltamente capolavori e piccole chicche. Il servizio è giovane e accurato grazie alla regia del direttore Luca Nicolis, uno con un grande futuro alle spalle: esperienze al veronese Desco all’Albereta in Franciacorta accanto a Gualtiero Marchesi, all’Arpège, tristellato di Parigi, e al suo Zibaldone di San Giorgio in Salici, dove conquistò la stella alla metà del primo decennio del Duemila. Ah, a proposito, la Bottega normalmente ha 28 dipendenti sempre affaccendati, ma per il Vinitaly sono chiamati i rinforzi e si arriva a una quarantina.

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